Lavoro e professione
Cassi (Cimo): «Bene la Consulta sul blocco contratti, ora Governo e Regioni facciano la loro parte»
di Riccardo Cassi (Presidente Cimo)
24 Esclusivo per Sanità24
La sentenza della Consulta sull'illegittimità del blocco dei contratti dei dipendenti statali è finalmente un fatto positivo perché pone fine a un periodo troppo lungo (il blocco è del 2010, ma l'ultimo contratto firmato riguardava il biennio 2007-2008) di mancati incrementi economici ed adeguamenti normativi, non più giustificabili anche in un contesto di crisi. Inoltre costituisce un importante precedente, rendendone impossibile la riproposizione per il futuro.
La mancata conoscenza del dispositivo non consente di effettuare un'analisi completa degli effetti della sentenza, ma emergono da subito una serie di criticità sulle quali attendiamo risposte concrete dal Governo nei provvedimenti che dovrà emanare per darne attuazione, a partire dal finanziamento dei futuri contratti, attualmente non previsto nella legge di stabilità. La sentenza mette, infatti, una pietra tombale sul passato, ma non sappiamo cosa comporta in termini concreti sulla definizione delle risorse necessarie per il futuro contratto, il cui costo è stato stimato dall'avvocatura dello Stato in 13 miliardi.
Cimo si incontrerà a breve con gli altri sindacati medici per coordinare una serie di iniziative per spingere il Governo, e le Regioni, ad attivarsi rapidamente per dare avvio alla trattativa; oltre alla determinazione del finanziamento occorre infatti preliminarmente definire le aree contrattuali e la richiesta del riconoscimento di una specifica area autonoma è già stata recepita dalla Commissione sanità della Camera in un emendamento alla Madia; non vorremmo subire il danno e la beffa che il contratto tanto atteso fosse fatto assieme ai dirigenti regionali senza potervi inserire le nostre specificità.
Il problema più grave, oltre ovviamente al mancato adeguamento economico, di non aver potuto rinnovare i contratti in questi anni è stato infatti quelli di non aver potuto trovare soluzioni normative ai principali problemi del lavoro del medico nel Ssn: le condizioni di lavoro (orario e godimento dei riposi, comprese le ferie) e ricostruzione di una carriera, fondata sul merito, che le varie finanziarie con la drastica riduzione di strutture hanno distrutto.
Inoltre, norme legislative, nazionali e regionali, succedutesi in questi anni, che sono entrate a gamba tesa sulle normative contrattuali vigenti, hanno di fatto creato un'anarchia applicativa che ha acuito le differenze applicative tra le varie Regioni, ma tra aziende della stessa Regione.
Ora tutto questo è finito, da oggi si volta pagina. Cimo e gli altri sindacati hanno proposte concrete, tese a migliorare la qualità del lavoro e la sicurezza delle cure, nonché a recuperare motivazione nei medici.
Ci auguriamo che Governo e Regioni, soprattutto queste ultime che sono il nostro datore di lavoro, facciano la loro parte: la difesa del Ssn passa anche attraverso buoni contratti.
Il ministro Lorenzin ha più volte riconosciuto ai medici ed agli altri operatori della Sanità il merito di aver continuato a lavorare in condizioni sempre peggiori per mantenere i livelli del servizio. Sono passati sette anni, adesso si può ripartire, non tollereremo ulteriori ritardi, senza attivarci con iniziative di protesta fino ad arrivare allo sciopero.
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