Lavoro e professione
Rinnovo di contratto e convenzioni già nel 2015 e non ad iso risorse
di Gianfranco Rivellini (vicesegretario nazionale Sindacato Medici Italiani)
24 Esclusivo per Sanità24
Per la Consulta, “è illegittimo il blocco dei contratti e degli stipendi della Pubblica amministrazione, ma non per il passato”. Gli effetti della decisione saranno efficaci solo dalla data di pubblicazione della sentenza. Salta il mantra della legge Balduzzi, emanata nel 2012, nel pieno della stagione del blocco. Oggi finalmente ci sono le condizioni per accelerare il rinnovo delle convenzioni.
Stato e Regioni facciano i conti e mettano già nel 2015 sul piatto le risorse fresche per chiudere un accordo ponte che valorizzi il ruolo unico al netto dei fattori produttivi per gli oltre 70.000 medici di medicina generale, di cui 47.000 a partita iva con i loro ambulatori forniscono un servizio diffuso e capillare per i cittadini. Idem per pediatri e specialisti ambulatoriali. Sia consentito affermare che sarebbe costituzionalmente illegittimo non valorizzare una massa salariale dell'intero settore dei medici convenzionati, pari a complessivi 5,7 miliardi, calcolata al 31 dicembre 2013 (Centro Studi Smi, su elaborazione contribuzione Enpam 2013), progressivamente erosa dal 2010. Sarebbe politicamente insensato da parte di Stato e Regioni continuare a ostinarsi a discutere della riforma della medicina del territorio, di cui i cittadini hanno bisogno, pretendendo di recitare ancora il mantra dell'Iso risorse.
Ancora sarebbe politicamente ingiustificato, se non ammettendo l'intendimento politico di affossare la sanità pubblica, non aprire da subito la stagione negoziale per il rinnovo del contratto della dirigenza medica. Ci sono tutte le condizioni, dopo la legge finanziaria del dicembre 2014 che ha sbloccato il congelamento della dinamica delle risorse decentrate, per chiudere un contratto ponte nel 2015, ultimo anno del 2° triennio di blocco, in grado riscrivere le regole per arrestare l'emorragia selvaggia di risorse aziendali, per avviare processi di meritocrazia, aggiungendo una quota di risorse fresche a valorizzare una massa salariale degli oltre 115 mila medici dipendenti che secondo i dati del Mef al 31.12 2013 già si era depauperata di oltre 500 milioni di euro, al netto della perdita della quota attribuibile all'indennità di esclusività, congelata dal 1 gennaio 2011.
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