In parlamento
I vaccini obbligatori diventano 10. Antimeningococco B-C solo «raccomandati». Morbillo, rosolia, parotite e varicella verifica fra 3 anni
di Red. San.
Saranno 10 e non più 12 i vaccini obbligatori per l’iscrizione alle scuole dell’obbligo da zero a 16 anni. Saltano gli antimeningococco B e C, che tornano a essere raccomandati e gratuiti nell’ambito del Piano nazionale vaccini. Per quattro vaccini (Morbillo, rosolia, parotite e varicella), decorsi tre anni dall’entrata in vigore del Dl Lorenzin e con cadenza triennale, il ministero della Salute potrà revocare l’obbligo sulla base dei dati epidemiologici e delle coperture vaccinali raggiunte, sentiti il Css, la Conferenza Stato regioni e previo parere delle commissioni parlamentari competenti. Questo il senso dell’emendamento al decreto legge presentato questa mattina dalla relatrice Patrizia Manassero (Pd). Il testo (AS 2856) continuerà a essere esaminato la prossima settimana in un vero e proprio rush, con l’obiettivo di portarlo in aula il più presto possibile.
Allo stesso decreto nella seduta di giovedì scorso sono state presentate altre modifiche. Per le iniziative di comunicazione e informazione istituzionale per illustrare e favorire la conoscenza del decreto vaccini ci si potrà avvalere della collaborazione dei medici di famiglia, dei pediatri di base e dei farmacisti.
Le associazioni di categoria delle professioni sanitarie saranno coinvolte nelle iniziative di formazione del personale docente ed educativo nonché di educazione degli studenti, oltre alle associazioni dei genitori come previsto da Dl. Ai consultori familiari è affidato il compito di diffondere le informazioni sul provvedimento.
Vivo apprezzamento è stato espresso dalla presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato Emilia Grazia De Biasi: «Sono lieta che la mia proposta sia stata accolta dalla relatrice Manassero e mi auguro che trovi un largo consenso. Ritengo infatti che sia una soluzione che innova e e che, associata alle altre proposte tra cui il rafforzamento della farmacovigilanza e l'istituzione dell'anagrafe vaccinale, rappresenta un elemento di sicurezza per la salute dei minori e di tranquillità per le famiglie e da' un impulso di lavoro al Ssn in tutte le sue articolazioni a partire dalle Regioni».
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