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Covid/ Brusaferro (Iss): curve in calo ma allentare le misure con progressività
di Red.San.
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In tutti i paesi le curve sono o stabili o in lenta decrescita e anche in Italia la curva indica una progressiva decrescita. Una decrescita lenta ma che continua in queste ultime settimane e si rileva in tutte le regioni. Anche l'incidenza è in decrescita: nel flusso del ministero della Salute è pari a 96 per 100mila abitanti". Lo ha detto il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, nella conferenza stampa al ministero della Salute per illustrare i dati del monitoraggio settimanale della Cabina di regia. "Tre regioni sono scese sotto la soglia dei 50 casi per 100mila, soglia che recupera il tracciamento: Friuli Venezia Giulia (44), Molise (41) e Sardegna (41)".
Visibili anche i primi segnali della vaccinazione con l'età media dei casi che scende da 41 a 40 anni (si riduce di un anno a settimana) e la decrescita si rileva anche nella fascia tra 0 e 9 anni. "Ma negli anziani la decrescita è maggiore - ha spiegato Brusaferro - con un'età media del primo ricovero che scende da 65 a 64 anni e questo è un indicatore della campagna vaccinale in corso" insieme al calo dei decessi tra gli over 80. "In questa fase - ha aggiunto - sta crescendo la vaccinazione nella fascia tra 60 ai 69 anni, e gli over-80 raggiungono tassi di copertura elevati. Il tasso di ospedalizzazione è strettamente correlato alla percentuale dei vaccinati over-80, ed è dunque in decrescita".
Migliora anche la pressione sugli ospedali. "In tutte le regioni - ha spiegato - la saturazione dei posti letto a 30 giorni è piuttosto bassa, un elemento rassicurante anche nel medio periodo". La saturazione delle terapie intensive indicata nel monitoraggio passa dal 27% al 23%.
Brusaferro, infine, ha sollecitato "di mantenere le misure di mitigazione per accompagnare questa fase di transizione dove la variante inglese del virus è dominante e di superare progressivamente il coprifuoco".
Dal canto suo il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, ha sottolineato come "la variante indiana abbia una elevata trasmissibilità per cui sarebbe giustificato un rafforzamento delle misure laddove è presente, ma non ci sono dati che dimostrano la maggiore aggressività clinica. Sulla capacita di dare infezione nei vaccinati, per ora non sembra essere cosi preoccupante come la variante sudafricana". Per questo ha raccomandato "di vaccinarsi tutti in fretta e con qualsiasi vaccino disponibile" auspicando una rapida distribuzione a livello globale proprio per evitare lo sviluppo di nuove varianti.
Rezza, infine, ha spiegato che l'opzione di vaccinare un giorno fasce di età più che giovanili, bambini o adolescenti " in questo momento non è in agenda". "Si accumulano evidenze sui vaccini nella fascia 12-15 anni. E' vero che i bambini tendono a non sviluppare forme gravi e superano abbastanza agevolmente la malattia - ha aggiunto Rezza - per cui non ci sarebbe un'indicazione secca a vaccinare, dall'altra parte se si volesse ottenere un effetto forte di controllo infezione, non dico l'immunità di gregge che non sapiamo se la otterremo, ma se non si arriverà a vaccinare i bambini il virus potrebbe continuare a circolare. Per cui oggi magari no, ma domani e dopodomani potrebbe essere da considerare la vaccinazione dei bambini".
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