Sentenze

«Obbligo vaccinale ragionevole», ecco perché la Consulta ha bocciato i ricorsi veneti

di L.Va.

Il calo delle coperture vaccinali «giustifica la scelta del legislatore statale» di introdurre l'obbligo per dieci vaccinazioni «non può essere censurata sul piano della ragionevolezza per aver indebitamente e sproporzionatamente sacrificato la libera autodeterminazione individuale in vista della tutela degli altri beni costituzionali coinvolti». Non è corretto, dunque, affermare che «la legge ha introdotto dal nulla l'imposizione di un ampio numero di vaccinazioni; essa ha invece innovato il titolo giuridico in nome del quale alcune vaccinazioni sono somministrate».

A due mesi dalla decisione, la Corte costituzionale ha depositato le motivazioni con le quali ha respinto i ricorsi della Regione Veneto contro la legge sull’obbligo vaccinale per l’ammissione scolastica.

L’estensione dei vaccini obbligatori decisa dal Governo e dal Parlamento dal Dl 73 del 7 giugno scorso, poi convertito nella legge 119/2017 in vigore dal 6 agosto è pienamente costituzionale e ora sappiamo perché. La Consulta (relatore Marta Cartabia) ha stabilito che «l'introduzione dell'obbligatorietà per alcune vaccinazioni chiama in causa i principi fondamentali in materia di tutela della salute, attribuiti alla potestà legislativa dello Stato». Era necessario dunque, per aumentare le coperture vaccinali in calo, «un intervento del legislatore statale» che le Regioni «sono vincolate a rispettare».

L’alta Corte ha specificato che «il legislatore ha ritenuto di dover rafforzare la cogenza degli strumenti della profilassi vaccinale, configurando un intervento non irragionevole allo stato attuale delle condizioni epidemiologiche e delle conoscenze scientifiche. Nulla esclude che, mutate le condizioni, la scelta possa essere rivalutata e riconsiderata».

«Poiché tutte le vaccinazioni in esame erano già previste nei calendari vaccinali, nessuna di esse è propriamente nuova: nuovi sono, invece, solo gli obblighi e le misure, anche sanzionatorie, destinate a renderli effettivi». Infine, la Corte ha chiarito che «negli anni più recenti, si è assistito al diffondersi della convinzione che le vaccinazioni siano inutili, se non addirittura nocive: convinzione, si noti, mai suffragata da evidenze scientifiche, le quali invece depongono in senso opposto. Anzi, paradossalmente, proprio il successo delle vaccinazioni, induce molti a ritenerle erroneamente superflue, se non nocive: infatti, al diminuire della percezione del rischio di contagio e degli effetti dannosi della malattia, in alcuni settori dell'opinione pubblica possono aumentare i timori per gli effetti avversi delle vaccinazioni».


© RIPRODUZIONE RISERVATA