Lavoro e professione
Voto Fnomceo/ «No a una Federazione in mano ai sindacati»: la fronda guidata da Chersevani
di Barbara Gobbi
Esclusiva. Non ci stanno alla proposta di una Federazione “eterodiretta”, in cui i membri dell’Esecutivo siano scelti dai sindacati. Per questo - a una manciata di giorni dal voto per il rinnovo delle cariche Fnomceo (le urne saranno aperte da sabato 20 a lunedì 22 gennaio), che fino a oggi vedeva in campo la lista unica guidata da Filippo Anelli (Bari), sponsorizzato direttamente dal segretario Fimmg Silvestro Scotti - un quartetto capitanato dalla attuale presidente Roberta Chersevani (Gorizia) ha sciolto gli indugi. In una breve lettera inviata ai presidenti, i quattro presidenti si schierano non già contro il candidato di Bari, ma piuttosto perché sia mantenuta l’autonomia una Federazione.
Carolina De Vincenzo (Campobasso), Ottavio Di Stefano (Brescia), Augusto Pagani (Piacenza), insieme a Chersevani, chiedono che sia valorizzata l’anima della Federazione. Mentre in campo, affermano, più che i nomi sembrano esserci soprattutto le sigle: Fimmg, Anaao e Cimo.
A spiegare origine e ratio di questa scelta è la stessa presidente Chersevani, cui sarebbe stato negato l’accesso alla lista Anelli, nel momento in cui aveva dato la propria disponibilità a spendersi ancora per la Federazione, proprio perché i posti erano tutti “spartiti”. «Già in occasione dell’ultimo Consiglio nazionale, quando abbiamo fissato la data del voto, Pagani e Di Stefano si erano espressi contro la logica che vede i sindacati medici giocare un ruolo da prim’attore in questa tornata elettorale. Ieri sera ho deciso di accogliere l’invito dei colleghi e ho sciolto gli indugi: la nostra lettera vuol essere soprattutto un’occasione di riflessione per tutti i presidenti degli Omceo provinciali. Siamo convinti che la natura della Federazione vada difesa, anche nell’ottica dell’ottimale mantenimento del rapporto medico-paziente».
Quella guidata da Chersevani «non è una vera e propria lista, perché siamo solo in quattro», spiega la presidente. «Ma solo il voto dirà se e quanto i presidenti si saranno sensibilizzati rispetto al nostro appello». E il programma? «In questa fase, di fatto è quasi sovrapponibile a quello del presidente di Bari. Rispetto al quale, lo ripeto, non ci poniamo come avversari ma come portatori di un monito a preservare l’essenza e l’autonomia della Federazione», precisa Chersevani.
C’è infine, ultima ma non certo per importanza, la questione “quote rosa”, che è tra le novità del Ddl Lorenzin. La lista Anelli è tutta al maschile, salvo la proposta di Annamaria Ferrari (presidente di Reggio Emilia) a revisore dei conti. «Eppure - afferma Chersevani, oggi in Federazione si contano undici presidentesse e diciotto vice-presidenti donna». Un dato che si sarebbe dovuto considerare.
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