Medicina e ricerca

Diabete: quando le Note Aifa fanno scadere le competenze a partire dalla mezzanotte

di Angelo Avogaro*

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24 Esclusivo per Sanità24

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) emana le cosiddette “note”, il cui scopo è promuovere l’uso appropriato dei farmaci, stabilire i criteri per la loro rimborsabilità e orientare le scelte terapeutiche verso opzioni più efficaci e sicure. Grazie a queste note, molti farmaci vengono utilizzati in maniera ottimale, con particolare attenzione alla sicurezza dei pazienti. Le note rappresentano anche una strategia indiretta per ottimizzare l’impiego delle risorse del sistema sanitario.
La compilazione delle note è affidata agli specialisti del settore a cui la nota si riferisce, operanti nel sistema sanitario pubblico o presso strutture convenzionate autorizzate. Nel mio caso specifico, nel campo del diabete, la compilazione delle note è una pratica quotidiana. Molti farmaci, infatti, non solo riducono la glicemia, ma abbassano anche i livelli di colesterolo LDL (quello “cattivo”) e possono essere prescritti solo se accompagnati dalla corretta compilazione della nota corrispondente. Nel contesto del diabete, anche il Medico di Medicina Generale può occasionalmente compilare la nota, ma generalmente spetta allo specialista o al medico di famiglia prescrittore. È raro che il medico di famiglia compili una nota sulla base di una prescrizione dello specialista; il contrario non avviene praticamente mai.
Detto questo, quando uno specialista, come nel mio caso, va in pensione dopo 45 anni di lavoro nel Servizio Sanitario Nazionale, non è più autorizzato a compilare le note e, di conseguenza, non può più prescrivere determinati farmaci.
Questo scenario solleva diverse considerazioni. La prima è che molti pazienti, che dipendono da farmaci per i quali è necessaria la compilazione di una nota, non potranno più rivolgersi a me, reso ’non idoneo’ nel giro di 24 ore. Dovranno quindi affidarsi a un altro collega ancora in servizio. La seconda considerazione è che l’abilitazione alla compilazione delle note non dovrebbe dipendere dalla posizione lavorativa del medico, ma dalla sua competenza, sia che egli sia pensionato o meno. La terza considerazione è che una nota dovrebbe essere valida per tutta la durata della terapia, evitando continui rinnovi. Se un farmaco associato a una nota viene prescritto a un paziente, la nota dovrebbe essere compilata una sola volta, risparmiando tempo prezioso. Se il paziente interrompesse la terapia, la validità della nota dovrebbe decadere automaticamente. Infine, la quarta considerazione, più formale, riguarda il fatto che molti specialisti pensionati vengono privati del diritto di continuare a esercitare la loro professione, nonostante l’esperienza accumulata in anni di lavoro.
Pertanto, sebbene le note AIFA siano utili quando necessarie, sarebbe opportuno evitare che l’esperienza terapeutica degli specialisti, e la loro capacità di curare al meglio i pazienti, venga vanificata da un’eccessiva e irragionevole burocrazia.

*Presidente Società Italiana di Diabetologia
Già Professore Ordinario di Endocrinologia Università di Padova



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