Medicina e ricerca
Glaucoma, nemico sconosciuto alla metà dei pazienti da combattere innanzitutto con la prevenzione
di Stefano Miglior *
24 Esclusivo per Sanità24
In Italia circa un milione e 200 mila persone soffrono di glaucoma e si stima che oltre 50% dei pazienti non sa di averlo. Nel primo lock down ambulatori e reparti ospedalieri sono stati chiusi e molti pazienti sono stati impossibilitati a effettuare i controlli presso i loro centri di riferimento. Le persone disorientate e impaurite dal rischio contagio hanno saltato le visite di controllo e a volte anche interrotto la terapia farmacologica. Il glaucoma è una patologia degenerativa e se non viene monitorato e controllato con la terapia farmacologica o chirurgica porta alla cecità irreversibile. Coinvolge, in genere, entrambi gli occhi determinando danni permanenti al nervo ottico. Il fattore di rischio più importante è la pressione oculare elevata, ma in un terzo dei casi viene osservato in pazienti con pressione oculare normale. Il soggetto può andare incontro a una progressiva riduzione del campo visivo fino alla visione cosiddetta “tubulare” che dà l’impressione di guardare attraverso un cono, perché si riesce a vedere solo una piccola parte di ciò che si ha davanti. Non esiste una cura definitiva, ma la patologia può solo essere rallentata. È stato osservato che in alcuni pazienti glaucomatosi si assisterebbe anche a una progressiva compromissione strutturale e funzionale di zone cerebrali non propriamente deputate alla visione. Non è raro che le persone non si accorgano, anche per lungo tempo, di esserne affette e arrivino dall’oculista quando la situazione è ormai già compromessa. I controlli oculistici periodici sono fondamentali. Le persone affette da glaucoma perdono autonomia e autosufficienza. Colpisce di solito oltre i 60 anni ma può insorgere anche tra i più giovani.
Oggi per la terapia medica del glaucoma abbiamo a disposizione alcune molecole che, in mono-terapia o terapia combinata, permettono di gestire un elevato numero di pazienti.
Le metodiche diagnostiche del glaucoma non sono invasive. La diagnosi si basa sulla valutazione clinica oftalmologica da parte dell'oculista e si fonda sull'osservazione dello stato della papilla ottica durante una normale visita oculistica, sul risultato dell'esame del campo visivo e sulla misurazione della pressione oculare.
La diagnosi precoce è importante e si basa su tre fattori: disponibilità dell'individuo sano a sottoporsi a visite oculistiche di controllo ripetute nel tempo (se l'individuo è a conoscenza di parenti stretti affetti da glaucoma, farebbe bene a cominciare a farsi visitare già in età giovanile); esperienza del clinico oculista che visita il presunto paziente e corretta interpretazione dei risultati degli esami di riferimento in rapporto ai dati clinici osservati sul presunto paziente. Per prevenire il glaucoma è importante tenere presente alcune raccomandazioni: andare dall'oculista almeno bi-annualmente dai 40 anni; farsi visitare già dai 20 anni di età se si è miopi; prendere coscienza che è necessario ottenere una riduzione della pressione oculare che sia clinicamente significativa; rendersi conto che quando il glaucoma peggiora vuol dire che la pressione oculare non è ottimale e deve essere ulteriormente abbassata, cosa che spesso comporta la necessità di un intervento chirurgico e infine ricordarsi che oggi è possibile cercare di ottenere una maggior resistenza delle strutture nervose che si danneggiano nel corso della malattia con specifiche molecole neuroprotettrici, il cui utilizzo, in supporto alla tradizionale e necessaria strategia terapeutica ipotonizzante, potrebbe aiutare a rallentare l'eventuale progressione del danno funzionale.
* Presidente Associazione italiana Studio glaucoma e direttore clinica oculistica Policlinico di Monza, Università Milano Bicocca
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