Lavoro e professione

Simg: formazione, gestione attiva delle cronicità e tecnologia nel futuro della medicina generale

di Alessandro Rossi*

S
24 Esclusivo per Sanità24

Il Servizio sanitario nazionale sta attraversando una crisi profonda, che affonda le sue radici in decenni di politiche frammentate e scarsa pianificazione. Questa crisi è esplosa in tutta la sua gravità durante la pandemia di COVID-19, che ha messo a nudo lacune strutturali, organizzative e tecnologiche. Tra i settori più colpiti emerge la Medicina Generale, il pilastro delle cure primarie, oggi minacciato da una serie di criticità che ne compromettono il futuro e, con esso, quello dell’intero sistema sanitario.

Negli ultimi dieci anni, il numero di Medici di Medicina Generale (MMG) è diminuito drammaticamente: da 46.000 unità nel 2013 a circa 35.000 oggi. Questo calo, causato in gran parte da pensionamenti non compensati da un adeguato turnover, si combina con la crescente difficoltà nel reperire medici giovani disposti a intraprendere questa carriera. Occorre poi ricordare i mutamenti demografici ed epidemiologici che hanno interessato la popolazione di assistiti, relativi all’invecchiamento della popolazione ed all’aumento delle patologie croniche. Rispetto al totale degli assistiti, circa il 40.4% ha almeno una patologia cronica (ISTAT 2022). Infine, a partire dalla pandemia da Covid-19, si sono straordinariamente diffusi nuovi modelli e canali di servizio, tramite l’adozione di strumenti digitali, con cui gli assistiti si mettono in contatto ed interagiscono col proprio medico, che, se da una parte garantiscono maggiore fruibilità e prossimità dei servizi, dall’altra aumentano in modo rilevante il carico di lavoro del MMG. A queste criticità si aggiungono la mancanza di infrastrutture adeguate, l’assenza di un personale di supporto (infermieristico e amministrativo, che oggi, lo ricordiamo, sono quasi completamente a carico del medico) e una formazione specialistica che, diversamente da altre discipline, non è pienamente valorizzata. Nonostante questo quadro complesso, la Medicina Generale rimane essenziale per garantire prossimità e fiduciarietà delle cure e rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più anziana e affetta da patologie croniche.

Il ruolo del MMG non si limita alla cura delle malattie, ma comprende la gestione integrata della salute del paziente, che include anche aspetti sociali e relazionali. Attraverso una presa in carico integrata e una gestione proattiva delle cronicità, è possibile ridurre il ricorso a cure ospedaliere costose e migliorare la qualità di vita dei pazienti. Il rapporto di fiducia tra medico e paziente rappresenta una delle peculiarità più preziose del sistema italiano, ma rischia di essere eroso se non si interviene tempestivamente. La pandemia ha reso evidente la centralità delle cure territoriali, e le istituzioni hanno riconosciuto, almeno in linea teorica, l’importanza di rafforzare la rete dei medici di famiglia. Tuttavia, a fronte di queste promesse, i cambiamenti concreti sono stati finora insufficienti.

Per rispondere a questa situazione, la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) propone un progetto di rifondazione della Medicina Generale, che punta a trasformare le criticità in opportunità di sviluppo. “Non esiste un SSN pubblico ed efficiente senza cure primarie al passo coi tempi” è il principio guida che ispira le nostre azioni. La nostra visione è costruire un modello che sia sostenibile, moderno e capace di rispondere alle sfide del futuro.

La SIMG ha individuato tre direttrici fondamentali per garantire un futuro alla Medicina Generale, in linea con quanto indicato dall’OCSE:

1.valorizzare tutto il personale sanitario, attraverso un riconoscimento non solo economico, ma anche professionale, con una formazione specialistica di alto livello, che equipari la Medicina Generale alle altre discipline mediche, e un supporto concreto nella pratica quotidiana, tramite l’inserimento di figure infermieristiche e amministrative negli studi medici;

2.incentivare l’assistenza territoriale e le cure primarie, creando una rete capillare di assistenza che possa intercettare proattivamente i bisogni dei pazienti cronici e fragili, sviluppando un modello di medicina di iniziativa, dove in modo programmato i pazienti siano chiamati dal proprio MMG, secondo pacchetti di prestazioni e attività evidence based;

3.potenziare l’uso delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale (AI), come la telemedicina e cartelle cliniche elettroniche condivise e software evoluti ed al passo con i tempi. Tutto ciò potrebbe essere la premessa per l’adozione di un Clinical Decision Support System (CDSS) condiviso con i MMG stessi. Questo porterebbe sicuramente ad ottimizzare i percorsi di medicina preventiva e di presa in carico e ridurre i costi complessivi del sistema.

Le cure primarie rappresentano l’arco di volta di qualunque sistema sanitario che voglia garantire equità e accessibilità. Tuttavia, la sostenibilità del SSN non può essere garantita senza una gestione oculata delle risorse. La SIMG ritiene che il concetto di sostenibilità debba essere riformulato: non si tratta solo di ridurre i costi, ma di utilizzare in modo più efficace le risorse disponibili per ottenere migliori risultati.

Per tradurre queste direttrici in azioni concrete, la SIMG ha avviato un progetto ambizioso: la stesura di un “Libro bianco” sulla Medicina Generale. Questo documento sarà il risultato di un processo di analisi e confronto che si svilupperà in due fasi principali: nella prima parte del 2025, una raccolta di dati economici, finanziari, sociali, demografici, sanitari per fotografare lo stato attuale del SSN e comprendere come vengono impiegate le risorse e quali sono le principali criticità da affrontare. Successivamente, i dati raccolti saranno analizzati per elaborare proposte operative, che verranno sottoposte a un’ampia consultazione pubblica. Forze politiche, associazioni di categoria e altri stakeholder potranno contribuire con suggerimenti e osservazioni. Il “Libro bianco” non sarà solo un documento programmatico, ma un vero e proprio strumento operativo per guidare la trasformazione della Medicina Generale nei prossimi anni.

La Medicina Generale è pronta a raccogliere le sfide del futuro, ma ha bisogno di essere sostenuta dalle istituzioni e dalla società nel suo complesso. La SIMG si impegna a farsi parte attiva di questo cambiamento, insieme agli altri attori (Sindacato, Ordine, Associazioni dei cittadini), proponendo un modello di cure primarie innovativo, sostenibile e centrato sui bisogni della popolazione. Solo così sarà possibile salvaguardare il SSN nella sua versione pubblica e universalistica, garantendo a tutti i cittadini il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione.

*Presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie - SIMG


© RIPRODUZIONE RISERVATA