Lavoro e professione
Vaccini, per Fimmg bene l’obbligo a scuola ma serve coinvolgere i medici di famiglia
«Siamo al fianco del ministro Lorenzin sul tema delle vaccinazioni. Chi non vaccina i propri figli lede il diritto alla salute e all'istruzione dei bambini che non possono essere vaccinati per motivi di salute». Lo ha detto il segretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg), Silvestro Scotti, commentando la proposta del ministro della Salute di aprire una discussione nel governo sull'obbligatorietà delle vaccinazioni più importanti per l'iscrizione alla scuola dell'obbligo.
«Perché si possano immunizzare anche quelle decine di migliaia di bambini e ragazzi ancora non vaccinati – sottolinea Scotti - occorre però un maggior coinvolgimento nella campagne di educazione alla vaccinazione dei medici di famiglia, oggi chiamati a vaccinare solo per influenza e pneumococco, mentre potrebbero avere un ruolo fondamentale nel recupero di fiducia verso la pratica vaccinale ».
E' necessario, dunque, che il medico di medicina generale sia messo in grado di prendere in carico sia gli assistiti da vaccinare, seguendoli anche durante la fase dei richiami, sia le famiglie per un rinforzo delle loro comunità di pazienti sulla responsabilità e diritto alla vaccinazione. «Mi auguro - aggiunge Scotti - che la nuova Convenzione risolva lo scarso coordinamento informativo tra noi e i servizi di prevenzione vaccinale, oggi troppo lasciata alla buona volontà dei professionisti e poco strutturata. Il risultato è che spesso non sappiamo chi dei nostri pazienti e stato immunizzato e chi no».
«La fuga dalle vaccinazioni – conclude Scotti- è un problema culturale e di disinformazione alimentata dalle bufale che circolano sul web. Non possiamo però permetterci epidemie, come quella di morbillo in corso, in attesa che i seguaci dei no-vax si convincano che la scienza e' quella basata sulle evidenze, tutte a favore dei vaccini, e non sulle opinioni. I medici di famiglia possono dare un contributo determinante a superare le resistenze in fasce ancora troppo estese della popolazione».
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