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Liste d’attesa/ Schillaci: in arrivo tutti i decreti attuativi, da febbraio online la piattaforma di monitoraggio
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“Entro breve la legge sull’abbattimento delle liste d’attesa sarà completata con i rimanenti decreti attuativi ed entro fine anno sarà online la piattaforma di monitoraggio e di controllo”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel corso del question time alla Camera sottolineando che “finalmente la nazione ha un progetto strutturale per la salute e la gestione delle liste d’attesa”. Nel corso del mese di novembre, ha spiegato il ministro, “verranno effettuate specifiche prove di acquisizione di dati mediante la modalità flusso, con diverse Regioni. Entro il 10 dicembre si procederà alle prove di acquisizione dei dati. E dal mese di febbraio 2025 sarà quindi disponibile il cruscotto con gli indicatori di monitoraggio delle liste di attesa con i dati relativi a tutte le Regioni e province autonome”.
Schillaci ha quindi indicato quelli che considera dei “nodi nevralgici”: “Recentemente ho scritto alle Regioni per chiedere ancora una volta controlli serrati e rispetto delle leggi. Le liste illegalmente chiuse non dipendono da mancanza di medici, se poi all’arrivo di un giornalista gli ambulatori, le sale operatorie e gli uffici diventano immediatamente operativi e disponibili. Non è più accettabile che i fondi stanziati per le liste d’attesa non siano ancora stati spesi proprio - ha concluso - per abbattere le liste d’attesa”.
“Chiedo a tutti di supportare la riforma - ha aggiunto il ministro ringraziando gli interroganti - e di farci portatori di serietà verso l’applicazione delle norme e verso il ripristino del diritto alla salute soprattutto per i cittadini che hanno meno”.
Nella manovra più di 35 miliardi in 5 anni
Schillaci è intervenuto anche sulla manovra spiegando “che il ddl Bilancio stabilisce un incremento di 35 miliardi nei prossimi 5 anni, un livello mai raggiunto in precedenza”.
Il ministro ha quindi ribadito che “il dato percentuale del rapporto spesa sanitaria/PIL è influenzato dall’andamento di quest’ultimo, per cui non possiamo certo augurarci che, come accaduto nel 2020, ci debba essere un crollo del Pil per consentire al rapporto di raggiungere il dato percentuale del 7%”. Tuttavia, “il vero nodo non è tanto il volume delle risorse, quanto la loro efficace allocazione e utilizzo”. “La disparità nei servizi sanitari tra le diverse regioni italiane ne è la prova più evidente. E’ un fatto inoltre che in tutte le recenti manovre di questo Governo - ha concluso il ministro - ci siamo impegnati per migliorare le condizioni economiche del personale sanitario e rendere più attrattivo il servizio pubblico”.
Caso Gemmato: ”autodisciplina dovere di chi serve Stato”
Durante il Question Time alla Camera il ministro ha risposto anche a un’interrogazione di M5S in merito alle deleghe attribuite al sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, in relazione ad “un asserito conflitto d’interesse” sottolineando che “l’autodisciplina e l’onore non sono optional per chi serve lo Stato, ma un dovere inderogabile. Questi stessi principi e la buona fede guidano sicuramente anche l’operato del sottosegretario Gemmato”. “Condivido con il sottosegretario - ha detto Schillaci - le battaglie sostanziali per l’abbattimento della piaga delle liste d’attesa. Sono certo che - qualora dovessero emergere elementi che comprovino comportamenti inappropriati o irregolari - ognuno di noi saprà trarne le dovute e inevitabili conseguenze, senza attendere sollecitazioni esterne”.
Nel merito del conflitto d’interesse, Schillaci ha ricordato che Gemmato ha dichiarato all’Autorità garante della concorrenza e del commercio “tutte le partecipazioni societarie in suo possesso: in particolare il 25 % di una farmacia - poi diventato il 33% dopo un lascito testamentario - e il 10% della società Therapia srl”. Partecipazioni societarie “minoritarie” e “rese pubbliche sin dalla precedente legislatura”. Detto ciò, ha sottolineato il ministro, “non posso che condividere quando gli onorevoli interroganti ci invitano alla massima attenzione sulle questioni di opportunità così foriere di quella opacità che le istituzioni non possono e non devono meritare”. “Da medico, prima ancora che da ministro - ha rimarcato - durante la mia carriera sanitaria mi sono dedicato esclusivamente al servizio pubblico proprio perché anche un ospedale non può essere visto dai pazienti se non come un luogo di ascolto e di serietà, prima che di cura. Ho sempre anteposto il benessere del paziente a qualsiasi altro interesse, anche accademico. Una scelta non sempre scontata, ma per me doverosa per chi serve le istituzioni”.
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