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Manovra/ Fava (Inps), da misure sulle pensioni possibili effetti positivi

di Radiocor Plus

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Sulle pensioni la Manovra «prevede interventi che potrebbero determinare effetti positivi in termini macroeconomici, con risvolti anche favorevoli sulla tenuta del sistema previdenziale». Lo ha detto il presidente dell’Inps Gabriele Fava in audizione sulla Manovra di fronte alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato. Il Ddl «segna una soluzione di continuità rispetto al 2022-2023, con ulteriori misure temporanee a sostegno dei pensionati in condizione di maggiore fragilità. Assume rilevanza il ritorno al regime di perequazione ordinario rispetto all’inflazione». Il recupero pieno dell’inflazione, che «si stima attestarsi allo 0,8% per l’anno 2024, permette di superare il raffreddamento attuato nel 2023-2024 per i redditi pensionistici più elevati». Con le misure di trattenimento in servizio e flessibilità in uscita «il Ddl predispone un impianto allo stato coerente, attraverso interventi che riguardano la permanenza nel mercato del lavoro e una maggiore gradualità nel passaggio alla pensione».
Il quoziente familiare ridà fiducia in Stato per natalità. Il quoziente familiare previsto dalla Manovra tramite il riordino delle detrazioni «potrà, non solo aiutare le famiglie che hanno già figli, ma anche ristabilire una fiducia nel supporto dello Stato a sostenere le scelte verso la genitorialità che è al centro anche di altri interventi del Disegno di legge», ha aggiunto Fava. Citando il bonus natalità, i congedi, il bonus asili nido e la decontribuzione per le lavoratrici madri, Fava ha parlato di «diversi interventi a favore delle famiglie numerose e della genitorialità e quindi anche della natalità, temi interconnessi anche con la sostenibilità della spesa previdenziale».
Quota 103 poco utilizzata. Quota 103 è poco utilizzata per «la scarsa convenienza del calcolo contributivo e del limite all’importo fino all’età di accesso alla pensione di vecchiaia: a oggi risultano circa 1.600 domande», ha detto il presidente Inps. «Il sistema contributivo sta andando a regime e i potenziali lavoratori interessati al canale di uscita hanno una rilevante quota calcolata con il sistema contributivo», ha spiegato. «La facoltà di utilizzare rendite di previdenza complementare per raggiungere l’importo soglia va valutato positivamente per gli effetti di attrattività soprattutto per i giovani e per la possibilità di anticipare il pensionamento. Tuttavia il numero di lavoratori interessati è molto contenuto», ha aggiunto, segnalando che «potrebbe decisamente aumentare, così come l’effetto incentivante», se le rendite della previdenza complementare potessero essere utilizzate per raggiungere l’importo soglia della pensione di vecchiaia anticipata all’età di almeno 64 anni con almeno 20 anni di contributi.
Sgravi mamme ’autonome’ di difficile attuazione. L’estensione della decontribuzione alle lavoratrici madri “autonome”, nell’attuale formulazione normativa «non rende agevole l’attuazione da parte dell’Inps, lasciando notevoli punti aperti, dei quali solo una parte potrà trovare risposta nel decreto ministeriale cui è attribuita la definizione delle modalità per il riconoscimento dell’esonero e delle procedure per il rispetto delle risorse stanziate», ha aggiunto Fava nella sua audizione davanti alle commissioni Bilancio. «Infatti - ha precisato - se nel decreto potrebbe agevolmente essere previsto il limite di reddito mensile per permettere la corretta individuazione della platea delle lavoratrici dipendenti beneficiarie e ai fini della concreta possibilità di effettuare l’autorizzazione preventiva alla fruizione della misura e monitorare la spesa, per le lavoratrici autonome permane la difficoltà di verificare preventivamente nell’anno in corso il reddito da lavoro percepito ai fini della quantificazione dell’ammontare del bonus», ha detto.



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