Imprese e mercato

Cattani (Farmindustria): Italia al vertice nel mondo per la crescita dell’export ma ora serve una nuova governance

di Ernesto Diffidenti

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24 Esclusivo per Sanità24

“Al primo posto a livello mondiale per crescita dell’export tra il 2021 e il 2023. È il traguardo raggiunto dall’industria farmaceutica in Italia grazie a imprese, internazionali e nazionali, che continuano a investire nel Paese”. Lo afferma Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, nel corso dell’Assemblea che si svolge oggi a Roma. “Farmaci e vaccini – spiega - sono il secondo settore made in Italy per saldo estero, 17 miliardi di euro nel 2023. La quota dell’export farmaceutico sul totale manifatturiero è passata dal 3,8% all’8,3% in 20 anni”. La produzione, ricorda Cattani, ha toccato i 52 miliardi di euro nel 2023 e oltre 49 di export, “nonostante le difficoltà causate dall’aumento dei costi del 30% rispetto al 2021”. Gli investimenti sul territorio hanno raggiunto quota 3,6 miliardi, di cui 2 in R&S. Gli addetti sono 70.000 (+2% nel 2023 e +9% in 5 anni), con un incremento di quasi il 20% di under 35 negli ultimi 5 anni, e con un’elevata presenza di donne, il 45% del totale.

Italia leader nelle domande di brevetto farmaceutico
Italia al vertice anche sul fronte delle domande di brevetto farmaceutico che sono aumentate del 35%, negli ultimi 5 anni, rispetto al +23% dei Big UE. “L’industria – continua Cattani - ha un welfare aziendale all’avanguardia ed è il primo settore tra quelli manifatturieri, secondo Istat, per competitività, con il più alto valore aggiunto per addetto, parametro di produttività per cui siamo migliori degli altri Big UE guardando al futuro con progetti di responsabilità sociale, anche con l’alternanza scuola-lavoro, nelle scuole superiori e negli ITS per formare gli studenti e sviluppare le competenze necessarie alle imprese”. Proprio con questo obiettivo è stato recentemente firmato un Protocollo d’Intesa con l’Egitto, nell’ambito del Piano Mattei, per la partnership tra imprese e la formazione, attraverso scambi accademici e professionali di docenti e studenti.

Una visione globale per governare il cambiamento
“A inizio 2024 è stato raggiunto un record storico, per i farmaci in sviluppo nel mondo, 23.000, con investimenti in R&S da parte delle imprese farmaceutiche di oltre 1.700 miliardi di dollari tra il 2023 e il 2028 - ricorda ancora Cattani - . Ma la competizione globale corre sempre di più. Ecco perché essere veloci, attrarre investimenti e offrire innovazione deve diventare il must delle politiche dell’Unione Europea e dell’Italia”. “Non possiamo avere una realtà a due velocità -sottolinea -: un mondo che cambia rapidissimamente e assetti decisionali e regolatori fermi a venti anni fa. Serve voltare pagina per tenere il passo di altri Paesi in un contesto globale sempre più complesso”. Secondo recenti dati Efpia, la Cina nel 2023 ha superato l’Europa come area di origine di nuovi farmaci: su 90 molecole a livello globale 28 arrivano dagli Usa, 25 dalla Cina, 17 dall’UE. Cina che in R&S cresce a ritmi 3 volte superiori a quelli del nostro Continente.

Rimettere al centro il tema della competitività
Per Cattani l’Europa “deve porre al centro il tema della competitività, dell’attrattività per gli investimenti, dell’autonomia strategica e delle catene di approvvigionamento”. “Bisogna poi avere il coraggio – sottolinea - di rivedere completamente la proposta di revisione della legislazione farmaceutica che indebolisce la proprietà intellettuale proprio mentre USA, Cina, Singapore, Emirati Arabi, Arabia Saudita mettono in campo politiche per rafforzare la propria struttura industriale”. Così il gap di investimenti in R&S tra UE e USA è passato in 20 anni da 2 miliardi di dollari a 25 con il 60% dei nuovi lanci di medicinali che avviene negli USA mentre in UE è meno del 30%”. In Italia, secondo Cattani, è indispensabile una governance farmaceutica “davvero moderna che superi il sistema del payback, tassa iniqua e aggiuntiva che grava sulle aziende per quasi 2 miliardi nel 2024, una semplificazione per la ricerca clinica, una riduzione dei tempi di accesso all’innovazione per i cittadini ,un riconoscimento del valore dell’innovazione rivalorizzando alcuni farmaci di grande diffusione e a basso costo”.


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