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Farmindustria/ Schillaci-Urso: la Ue rimetta al centro l’innovazione e la competitività
di Er.Di.
24 Esclusivo per Sanità24
“Nella proposta di riforma della legislazione europea sui farmaci ci sono degli aspetti positivi e negativi, sui quali siamo intervenuti: è chiaro che occorre rimettere al centro l’innovazione e la competititività senza limitare gli investimenti dell’industria farmaceutica”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel corso dell’assemblea di Farmindustria. “Dobbiamo rendere più attrattivi gli investimenti in Europa - ha aggiunto - e dobbiamo investire per avere nuovi farmaci per malattie complesse e l’antibiotico resistenza. Ma bisogna anche accelerare l’accesso a tutti i farmaci innovativi da parte dei pazienti”. Secondo Schillaci “il mondo globalizzato non può lasciare ai margini l’Europa che deve tornare ad essere un terreno fertile per gli investimenti”.
Aifa dimezza a 250 giorni tempi per autorizzare nuovi farmaci
Il ministro ha poi commentato positivamente la riforma dell’Agenzia del farmaco. “L’Aifa è fondamentale per garantire l’accessibilità all’innovazione - ha detto -. Vogliamo meno burocrazia e che l’innovazione arrivi a tutti senza distinzione tra ricchi e poveri, Nord e Sud. Per questo chiedo anche il sostegno alle Regioni che hanno un ruolo cruciale”. “Sono soddisfatto dei risultati che sta producendo la riforma dell’Aifa - ha aggiunto - e i primi dati indicano che il tempo medio per l’autorizzazione di un farmaco è scesa da quasi 500 giorni a 250 giorni”. Schillaci ha ricordato anche che la carenza dei farmaci risale al 2021. “Il problemo va affrontato in un contesto più globale - ha detto -: abbiamo in Aifa un tavolo che si occupa di questo e si sta muovendo anche l’Europa. Le materie prime sono finite in Cina e India e non possiamo essere dipendenti per l’approvvigionamento di queste materie cruciali”.
Sul cammino della revisione della legislazione farmaceutica varata dalla Commissione Ue, è intervenuto anche Antonio Tajani, ministro degli Esteri e cooperazione internazionale. “Vedremo con il nuovo parlamento e la nuova Commissione i passi da compiere - ha sottolineato -. Dobbiamo tutelare la salute e le imprese, fare in modo che ci sia sempre grande equilibrio. La nuova Commissione comincerà a lavorare poco prima della fine dell’anno, quindi c’è tempo per il nuovo parlamento che si insidierà a luglio. Vediamo quando inizieranno le commissioni e ci sarà una sulla sanità. È ancora presto per vedere quello che si potrà e si dovrà fare”.
In un massaggio il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha auspicato di “fare sistema” in Europa per essere più attrattivi. “A livello globale - ha rilevato - per la prima volta la Cina ha superato l’Europa nello sviluppo di nuovi farmaci e adesso tallona gli Stati Uniti. È il momento di fare sistema per difendere le nostre competenze e la nostra capacità di fare ricerca, così da rendere l’Italia e tutto il nostro continente più attrattivi”. Secondo Urso “dbbiamo concentrare l’azione a Bruxelles dove siamo certi che la nuova Commissione accoglierà con decisione le istanze finalizzate unicamente a elevare la nostra competitività”. “Ribadisco il mio impegno a presidiare presso la Comunità europea ogni tavolo - ha aggiunto - con un approccio pragmatico di difesa degli interessi nazionali, prevedendo la semplificazione dei processi e il rafforzamento dell’innovazione”. In questa direzione “va la creazione dell’alleanza per il farmaco, sulla falsariga di quanto già fatto per le materie prime critiche, che è appena diventata operativa ed è composta da autorità nazionali - tra cui il Mimit -, industria, organizzazioni della società civile, Commissione e Agenzie europee”. Per il ministro Urso, “dobbiamo creare una cornice europea armonizzata e competitiva che risponda ai bisogni della politica industriale e alla necessità di farmaci nell’Unione, anche ricorrendo a un possibile nuovo Importante Progetto di Interesse Comune Europeo sui medicinali critici, complementare all’Ipcei salute già in corso”, perché “solo insieme possiamo costruire nuovi assetti in grado di rispondere con innovazione al futuro, pur rimanendo sempre al servizio della persona e delle sue necessità: questa non è solo l’ambizione più alta, ma soprattutto un valore, a cui dobbiamo tendere per immaginare e pianificare un domani migliore”.
Nel corso dell’Assemblea è stato inoltre firmato dal ministro dell’Università e della Ricerca, Annamaria Bernini, e dal presidente di Farmindustria, Marcello Cattani un protocollo d’intesa per favorire la formazione di professionalità altamente qualificate e specializzate, in particolare nelle discipline Stem, attraverso la promozione della partecipazione delle imprese alle attività formative universitarie, post-universitarie (scuole di specializzazione, master e dottorati industriali) e alla didattica integrativa. L’intesa poi vuole anche “trattenere e valorizzare i talenti presenti nelle università e nelle imprese italiane e attrarre quelli all’estero; supportare, nell’ambito del nuovo Piano Mattei per rafforzare la cooperazione con l’Africa, iniziative per la formazione e lo sviluppo di competenze, e progetti congiunti tra imprese e istituzioni in materia di ricerca applicata e innovazione”.
“E’ un accordo di collaborazione in cui crediamo molto e riguarda le materie Stem e i percorsi sempre più innovativi e adatti ai bisogni del mercato del lavoro - ha sottolineato Bernini - La formazione deve essere vocazionale, ma la vocazione deve avere un aggancio con la realtà. La nostra università deve essere in grado di captare il cambiamento. Poi c’è il tema dei dottorati innovativi di ricerca, li cofinanziamento, e questo consente di ridurre al minimo lo spazio tra la fine della formazione e l’inizio del lavoro. Questo permetterà di tenere i cervelli e di farne arrivare altri da noi”.
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