Imprese e mercato
Assobiotec-Federchimica: Innovazione investimento per il Paese. Sviluppare la ricerca biofarmaceutica, iniziando con l’attrarre più sperimentazione clinica. Greco: «Introdurre nuovi modelli farmacoeconomici per un rapido accesso alle cure migliori»
24 Esclusivo per Sanità24
«L’innovazione farmaceutica è un processo globale che porta valore ai pazienti e alla società e viene generato a ogni passo del percorso che porta un’idea a diventare soluzione. Il nostro Paese ha bisogno di crescere nella ricerca di base e nel suo passaggio alle realtà produttive ma già oggi può sfruttare le grandi competenze esistenti nel Ssn per diventare maggiormente attrattivo per la ricerca clinica, un importante volano che permette ai pazienti di accedere anticipatamente a terapie innovative, offre opportunità di crescita professionale a medici e ricercatori e consente al Servizio sanitario nazionale benefici, tra investimenti e costi evitati, stimati in 2,77 euro per ogni euro investito». Così il presidente di Assobiotec (Associazione nazionale di Federchimica per lo sviluppo delle biotecnologie), Fabrizio Greco, in occasione dell'evento "Innovazione Farmaceutica. Valore, nodi e modelli di sviluppo dalla ricerca all’accesso" promosso a Roma dalla stessa Assobiotec in collaborazione con Osservatorio Sanità e Salute. Un tema di stringente attualità e che sempre più richiederà una risposta urgente se si considera che nel 2030, secondo le stime dell’Ocse, saranno biotech l’80% dei farmaci. «Per ottenere i risultati sperati – ha proseguito Greco – è però necessario riconoscere il valore delle terapie innovative con modelli farmacoeconomici che valutino adeguatamente i benefici e i costi evitati nel lungo periodo. Il futuro della farmaceutica dipenderà dallo sviluppo delle biotecnologie e della ricerca e il rapido e ampio accesso a questi farmaci sono fattori chiave, oltre che per generare salute, anche per lo sviluppo del Paese. Dobbiamo quindi cambiare prospettiva e focalizzarci, garantendo nel breve termine la sostenibilità del Ssn, nella generazione di salute, competenze e valore economico, così da avere le risorse necessarie per poterci permettere le nuove terapie e generare un ciclo virtuoso di benessere per il Paese».
L’evento di Roma è stata anche la cornice per la presentazione della pubblicazione "Il valore
dell’innovazione farmaceutica" di Stefano Vella, professore di Metodologia della ricerca clinica dell’Università Tor Vergata di Roma. È un’opera in tre volumi che partendo dalla descrizione delle aree terapeutiche ad alta innovatività affronta aspetti normativi e regolatori, anche a livello europeo, fino all’analisi di nuovi modelli di valutazione dell’innovazione, per il paziente e per la società, e alla tematica cruciale rappresentata dall’accesso ai medicinali. «Nell'ultimo capitolo di questa trilogia - ha affermato Vella - toccherò anche l'essenziale aspetto dell'accesso all'innovazione, nei Paesi più ricchi ma anche in quelli più poveri. Perché l'innovazione é un valore solo se arriva a tutti coloro che ne hanno bisogno. E toccherò il problema globale dell'accesso all'innovazione per i Paesi più poveri: è un aspetto che mi tocca da vicino, avendo lavorato per tanti anni sulla pandemia Hiv/Aids, che rappresenta un modello virtuoso di accesso ai farmaci, ad esempio attraverso il voluntary licensing, che, pur garantendo il diritto di proprietà intellettuale nei i Paesi più ricchi, la rimodula per i Paesi poveri».
© RIPRODUZIONE RISERVATA