Dal governo

Schillaci, rimettere sanità pubblica al centro partendo dal capitale umano. Poi: «A fare funerale del Ssn sono gli assassini degli ultimi 10 anni». L'annuncio: verso riforma a 360° e la digitalizzazione sarà cruciale

di Red. San.

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«Abbiamo tutti a cuore il tema della salute. L’unica cosa positiva della pandemia è aver rimesso al centro la salute. C’è chi vorrebbe celebrare il funerale del Servizio sanitario nazionale e fa sorridere che gli stessi che vorrebbero celebrare questo funerale sono stati gli assassini che negli ultimi dieci anni hanno contribuito a determinare una situazione complessa che abbiamo ereditato e con grande tenacia stiamo affrontando per fare in modo che la sanità pubblica italiana torni a essere un punto di riferimento per i cittadini. Lo facciamo partendo dal capitale umano, insieme agli stakeholder, a quanti ogni giorno sono sul campo». Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenuto a Roma al convegno "Professioni & Sanità: le proposte e le risposte di Fratelli d'Italia".
Il ministro ha passato in rassegna il lavoro fatto in questi primi mesi del Governo Meloni, dall'approvazione del Piano oncologico nazionale al pacchetto di misure contenuto nel decreto Energia (Dl 34/2023). In particolare l'abolizione del vincolo per gli operatori sanitari del pubblico, anche se al momento limitato a fine 2025, potrà diventare strutturale.
Schillaci ha così riepilogato i "primi passi" - ha annunciato - di una riforma a 360 gradi, che include il problema dell'affollamento dei Pronto soccorso così come la revisione del Dm 70 del 2015 (assetto degli ospedali) e del Dm 77 del 2022 che dispone la riorganizzazione dell'assistenza sul territorio prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un «ruolo fondamentale in questa riforma - ha detto Schillaci - da cui dipende la nostra sanità pubblica anche per superare le disuguaglianze - è la digitalizzazione, altra grande sfida del Pnrr».


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