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Diritto all'oblìo oncologico, in un disegno di legge del Cnel le istanze dei pazienti per il ritorno a una vita "normale". Beretta (Fondazione Aiom): «Ora approvazione rapida»

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«Un disegno di legge che si propone di restituire una vita normale a chi guarisce dal tumore». Così Francesco Riva, consigliere del Cnel che ha presentato un disegno di legge per il diritto all'oblìo oncologico. «Con l’aumento dell’aspettativa di vita delle persone aumentano anche le loro esigenze, bisogni che devono essere intercettati dal Governo e dal Parlamento, necessità che vanno affrontate e risolte. A oggi risulta che il 27% può essere considerato guarito dalla diagnosi da oltre dieci anni ma continua ad avere problemi», sottolinea Riva, relatore del Ddl.
Plaude Fondazione Aiom, che da anni si batte con la campagna di comunicazione #iononsonoilmiotumore. Questa norma - spiegano gli oncologi - una volta approvata permetterebbe alle persone guarite da un tumore, che in Italia sono più di un milione, di riprendere la propria vita senza subire discriminazioni. Oggi, infatti, per richiedere molti servizi, come la stipula di assicurazioni e l’ottenimento di mutui, è necessario dichiarare di aver avuto il cancro, anche se si è già guariti, con conseguenti difficoltà (rifiuti, premio incrementato). La campagna ha visto la realizzazione della prima guida sul tema, un portale web (dirittoallobliotumori.org ), due camminate a Pescara e Modena e una forte campagna social per promuovere una raccolta firme che ha superato le 100mila adesioni.
«Siamo molto soddisfatti dell’alto numero di persone raggiunte con la campagna e ringraziamo il Cnel per l’attenzione che ha dedicato a questo bisogno, molto sentito in tutta la popolazione di malati, ex pazienti, famigliari e caregiver – afferma Giordano Beretta, Presidente Fondazione Aiom –. Ora che questa legge è arrivata in Parlamento non è più solo una speranza, ma può e deve diventare realtà: per questo chiediamo ai Presidenti di Camera e Senato e alla Presidente del Consiglio di approvare questa norma, in un gesto di cura e ascolto verso un milione di italiani. Dobbiamo seguire l’esempio virtuoso di Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda, Portogallo e Romania, che hanno già emanato una legge a tutela dei cittadini guariti dal cancro. Ogni neoplasia richiede un tempo diverso perché chi ne soffre sia definito "guarito": per il cancro della tiroide sono necessari meno di 5 anni dalla conclusione delle cure, per il melanoma e il tumore del colon meno di 10. Molti linfomi, mielomi e leucemie e i tumori della vescica e del rene richiedono 15 anni. Per essere guariti dalle malattie della mammella e della prostata ne servono fino a 20. Il riconoscimento del diritto rappresenta la condizione essenziale per il ritorno a una vita dignitosa».
«Grazie alla ricerca e all’innovazione tecnologica, il numero di persone che guariranno dal cancro aumenterà nel prossimo futuro – aggiunge Francesco Riva –. Per questo abbiamo ritenuto necessario portare questo progetto in Parlamento, perché se ne parli e si proceda a un’iniziativa legislativa in grado di offrire supporto e tutela a tutti i pazienti di oggi e domani. È fondamentale riempire questo vuoto normativo in tempi stretti, perché dopo 5 anni da un tumore pediatrico e 10 da una malattia dell’età adulta si possa essere finalmente considerati guariti anche dalla burocrazia».
«Esprimiamo tutta la nostra gratitudine al presidente Cnel Tiziano Treu e a Francesco Riva – prosegue il presidente Aiom Saverio Cinieri –. Il loro sostegno è stato decisivo per permettere a questa richiesta di arrivare ai grandi organi istituzionali. Ora a loro non resta che approvarla, in un gesto di civiltà, per farla diventare legge a tutti gli effetti. Chiediamo che questo avvenga rapidamente, perché non si affievolisca la luce su questa importante iniziativa e perché gli ex pazienti non debbano più aspettare per vivere la vita che meritano».


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