Europa e mondo
Covid/ Ema: possibile l'uso dell'antivirale Merck prima dell'autorizzazione, terza dose per tutti
di Ernesto Diffidenti
24 Esclusivo per Sanità24
"Gli anticorpi generati dalla dose di richiamo di Spikevax (Moderna) mostrano un aumento di 18 volte della neutralizzazione incrociata contro la variante delta del Covid-19". Lo afferma Marco Cavaleri, responsabile vaccini dell'Ema nel corso di un briefing con la stampa. "La maggior parte degli Stati membri ha iniziato a somministrare dosi booster alle persone più a rischio di infezione e trasmissione del coronavirus - sottolinea -. Il prossimo passo potrebbe essere l'estensione delle dosi di richiamo alla popolazione generale". D'altra parte c'è "grande preoccupazione" per la ripresa dei contagi in Europa e per questo è necessario "completare la vaccinazione" il prima possibile. Anche per la fascia d'età 5-11 anni per la quale la decisione di autorizzare o meno il vaccino Pfizer/BioNTech arriverà entro dicembre. "E' un tempo ridotto rispetto a recensioni simili - spiega -. Prenderemo in considerazione anche ulteriori dati raccolti e presentati da BioNTech/Pfizer relativi a uno studio pediatrico in corso".
Sul fronte dalla lotta al Covid, tuttavia, c'è un'arma in più: "Gli studi suggeriscono che l'antivirale orale molnupiravir (Merck) - spiega Cavaleri - può ridurre la capacità del coronavirus di moltiplicarsi nel corpo, prevenendo così il ricovero o la morte nei pazienti contagiati". Per questo l'Ema afferma "di essere pronta a fornire consulenza agli Stati membri affinché possano rendere disponibile questo nuovo trattamento per l'uso di emergenza, prima di un'autorizzazione all'immissione in commercio". Intanto il via libera al molnupiravir è arrivato dall'Authority farmaceutica del Regno Unito che diventa così il primo paese dove sarà somministrato.
Per quanto riguarda il vaccino monodose Janssen (J&J), invece, l'Ema aspetterà i dati sulla dose booster somministrata 6 mesi dopo la prima dose e "valuterà se una doppia dose aumenta la protezione rispetto alla dose singola". In ogni caso si potrà procedere con un vaccino diverso. "Stiamo analizzando i dati sul booster eterologo per ogni vaccino - sottolinea l'esperto -. Sembra essere una strategia attraente non solo dal punto di vista pratico, per garantire agli Stati una flessibilità di somministrazione in base alla disponibilità di prodotti-scudo, ma anche dal punto di vista scientifico e clinico per potenziare efficacemente la risposta immunitaria dopo una dose singola di vaccino Janssen, oppure dopo 2 dosi degli altri vaccini approvati". E una volta raccolti tutti i dati "siamo nella posizione di emanare uno statement o una raccomandazione al massimo entro un mese".
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