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Disabilità/ Calderone: dal Pnrr una spinta per l’inclusione sul lavoro e il sostegno alle famiglie

di Er.Di.

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Facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro di persone con disabilità in stato di disoccupazione o di esclusione sociale, rafforzando e condividendo buone prassi. È l’obiettivo che si sono posti il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e l’Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo (Anffas Nazionale APS) firmando − oggi a Palazzo Wedekind − un accordo che mira a garantire alle persone con disabilità il pieno accesso alle opportunità lavorative e l’inserimento al lavoro, nel rispetto delle loro competenze specifiche. Le parti si sono impegnate a diffondere e implementare gli strumenti - come l’assegno di inclusione e il supporto per la formazione e il lavoro - e le politiche di contrasto all’emarginazione e a sostegno delle fasce sociali più deboli e a maggior rischio di marginalizzazione sociale, con particolare riferimento alle persone con disabilità e alle loro famiglie, anche al fine di individuare ulteriori forme di assistenza e di interlocuzione istituzionale.

In particolare, il Consiglio Nazionale dell’Ordine, per il tramite della Fondazione Consulenti per il Lavoro, farà conoscere le opportunità legate all’assunzione delle persone con disabilità, fornendo formazione specifica alle aziende e ai Consulenti che operano nei territori, affinché diventino l’anello di congiunzione tra chi cerca e offre lavoro. Anffas Nazionale APS, invece, individuerà le persone con disabilità e le persone in condizione di emarginazione sociale ed economica da accompagnare nel percorso di inserimento lavorativo e promuoverà l’iniziativa in tutte le sue sedi in Italia, offrendo supporto agli enti aderenti per l’avvio del progetto a livello locale.

“Occorre implementare una cultura del lavoro più inclusiva in favore delle persone con disabilità per arricchire i percorsi anche di fronte alle nuove sfide, come quelle digitale, che richiedono nuove abilità - ha detto Marina Calderone, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali intervendo ai lavori -. Un’opportunità ce le offre il Pnrr missione 5 con la possibilità di migliorare l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone con disabilità e favorire il sostegno delle comunità familiari ma abbiamo avviato alcune riflessioni sulla Legge 68/99”. Per Calderone “il mondo del lavoro sta cambiamento e stanno cambiando anche le imprese e ai consulenti del lavoro spetta la promozione di un lavoro che sia etico e metta insieme la diverse capacità delle persone di migliorare il mondo”.

Sebbene nell’ultimo decennio la quota di persone con disabilità che cercano o hanno un’occupazione sia passata dal 43,7% al 52,2%, grazie alla combinazione di politiche nazionali e regionali efficaci e di una cultura più inclusiva delle imprese, l’ingresso al lavoro per questi cittadini resta ancora critico. Stando ai dati Istat del 2022, su una popolazione di circa 3 milioni di persone con gravi disabilità solo il 33,5% (nella fascia d’età 15-64 anni) risulta occupata, contro il 60,2% delle persone senza limitazioni. Un dato preoccupante anche se, nel confronto internazionale, l’Italia si distingue positivamente per la sua maggiore capacità inclusiva nei confronti delle persone con disabilità meno gravi. Secondo Eurostat, infatti, è il paese con il gap più basso d’Europa: il tasso di disoccupazione di chi ha disabilità non gravi è del 11,8% contro una media UE del 17,3%.

“Purtroppo, sono ancora troppo poche le persone con disabilità che riescono a trovare un’occupazione. Ma l’attenzione verso il fenomeno c’è, come dimostrano gli obiettivi posti alla base della riforma della disabilità e gli incentivi occupazionali introdotti nel Terzo Settore - ha commentato il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine, Rosario De Luca -. Occorre, però, intensificare l’opera di sensibilizzazione per contrastare discriminazioni e garantire pari opportunità, ad esempio incentivando l’adozione di pratiche inclusive nelle aziende e potenziando percorsi formativi e di accompagnamento al lavoro. Lo scopo deve essere quello di valorizzare le abilità di ogni persona, senza distinzioni. Solo così potremo garantire un vero cambiamento”.

Secondo Valeria Vittimberga, direttore generale dell’Inps, “nel 2023 c’è stata una crescita del 18% dei permessi personali legati alla legge 104, del 14% per i familiari e del 7% dei congedi straordinari”. I permessi personali sono equivalenti nella fruizione tra uomini e donne - ha spiegato - con 37.441 maschi 38.288 femmine per un totale di 75.729 nel 2023 (erano 64mila nel 2022)”. Nei permessi per i familiari, invece, si contano 285mila uomini e 267mila donne”. Per Vittimberga “questo dato conferma che l’accesso al mondo del lavoro delle donne viene sacrificato in favore delle cure verso i propri familiari. E’ un problema da superare - ha detto - per favorire la parità di genere”. Per l’Inps, ha sottolineato ancora Vittimberga “la sfida è quella di diventare il protagonista di tutta la fase di accertamento della situazione di disabilità, quindi accentrando in maniera graduale, prima con la fase sperimentale e poi su tutto il territorio nazionale, la complessa fase di accertamento della disabilità. Questo perché è importante l’accentramento nell’Istituto, non soltanto per un fatto di economicità dei mezzi, ma anche per un processo di semplificazione e di concentrazione temporale del processo di accertamento che non può vedere aspettare una persona che ha dei bisogni che devono essere soddisfatti per poter avviare un progetto di vita, che non può attendere i tempi lunghi della burocrazia”.

“Lavorare è per ogni cittadino un diritto-dovere e questo vale anche per le persone con disabilità, cittadini al pari degli altri - ha affermato dal canto suo Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas -. Purtroppo ancora oggi, nonostante si tratti di un diritto sancito sia dalla nostra Costituzione che dallaConvenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, il lavoro è un miraggio per molte persone con disabilità ed in particolare per le persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, frequentemente vittime di pregiudizi e stereotipi legati alle loro capacità. Invece – ha aggiunto – sono proprio loro a chiedere a gran voce un lavoro vero al fine di essere cittadini attivi e poter dare il proprio contributo alla società come tutti. Con questa nuova iniziativa poniamo un altro tassello importante per il contrasto di tali discriminazioni e per promuovere una nuova consapevolezza circa le potenzialità di tutte le persone con disabilità in ambito lavorativo”.


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