Dal governo

Piano cronicità, ecco il nuovo testo con più pazienti e risorse sempre al palo

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

La buona notizia sono i riflettori finalmente accesi sulle tre emergenze obesità, endometriosi ed epilessia, che vanno a rafforzare – ma non a completare – la platea dei pazienti cui guarda il nuovo Piano nazionale cronicità (Pnc). La ‘cattiva’ è che nella bozza aggiornata del Piano, messa a punto dai tecnici della Programmazione del ministero della Salute e ora al vaglio degli uffici del ministro Orazio Schillaci, non compare un euro di finanziamento. Esattamente come nella prima versione del 2016, rimasta sulla carta con recepimenti formali o al ralenti da parte di molte Regioni proprio per l’assenza di risorse. Con buona pace di numeri e costi: fino a 25 milioni i pazienti interessati che, solo a guardare l’assistenza di base, già nel 2019 (anno pre Covid, che ha aggravato la situazione) incidevano per 66,7 miliardi, destinati a diventare 70,7 mld nel 2028. Quando gli anziani, che oggi rappresentano il 24% del Paese e che sono i primi portatori di cronicità, saranno ancora lievitati facendo innalzare l’indice di vecchiaia (rapporto tra over 65 e under 15) dal 193,1% attuale al 305% del 2043 stimato dall’Istat.
La versione 2024 (quindi ‘spot’, cioè non pluriennale e inoltre ancora in bozza a metà anno) del Piano inquadra un fenomeno che assorbe tra cure a casa e in ospedale l’80% dei costi sanitari, per non parlare dei 9 milioni di caregiver. Non a caso porta le malattie cui vanno dedicati specifici percorsi diagnostico-terapeutici (Pdta) a quota tredici: le tre nuove patologie - per un totale di circa 8 milioni di pazienti in più considerando 4 milioni di obesi, 3 mln di donne con endometriosi e 600mila persone con epilessia – si aggiungono alle dieci già previste e cioè malattie renali, artrite reumatoide, rettocolite ulcerosa e malattia di Crohn, insufficienza cardiaca cronica, Parkinson, Bpco e, per l’età evolutiva, insufficienza respiratoria, asma, malattie endocrine croniche e malattie renali.
I nuovi piani di cura dovranno tenere conto della svolta impressa dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e declinata dal Dm 77 che a maggio 2022 ha riorganizzato l’assistenza sanitaria territoriale in Italia. Quindi il primo check del paziente cronico avverrà nei Punti unici di accesso (Pua) collocati nelle nuove case di comunità dove una équipe di operatori sanitari è deputata alla valutazione multidimensionale, passaggio fondamentale per la presa in carico e la taratura dell’assistenza necessaria. Ogni Pdta, chiarisce il Piano, va progettato per garantire presa in carico, appropriatezza delle cure, continuità assistenziale e standardizzazione dei costi. E dev’essere personalizzato tramite un Progetto di assistenza individuale (Pai) chiamato a configurare un ‘patto di cura’ in cui operatori sanitari, pazienti e caregiver “condividono il processo di gestione e lo rimodulano nel caso di cambiamenti nelle condizioni di salute”. In campo, per sostenere l’impalcatura, gli altri due tasselli della riorganizzazione modello Pnrr che sono telemedicina e interoperabilità dei dati sanitari. Un’infrastruttura ancora in progress ma necessaria per quella stratificazione della popolazione che, a monte, serve per valutare il profilo epidemiologico e programmare gli interventi nel setting più adeguato. A cominciare dal domicilio, dove entro il 2026 andrà seguito in Adi almeno il 10% degli anziani.
Ameno due grandi nodi però vengono al pettine e il nuovo Pnc ne dà conto: il primo sono banche dati e sistemi informativi ancora inadeguati o non dialoganti; il secondo è il personale, l’altra grande emergenza Ssn che si affianca alla cronicità. Medici ma soprattutto infermieri di comunità, cuore dell’integrazione sociosanitaria, sono anch’essi troppo anziani o non ci sono affatto. Un dato su tutti fa traballare il Piano: l’uscita per pensionamento di oltre 21mila infermieri nel quinquennio 2022-2027 che, a fronte dei 20mila stimati necessari per realizzare il disegno del Dm 77, fa sì che ne manchino all’appello almeno 16-17mila. Resta aperta la domanda su con chi e con quali risorse l’Italia farà fronte all’emergenza cronicità.
Obesità . Continuità assistenziale grazie a Pdta condivisi e un approccio assistenziale ‘globale, integrato e personalizzato’: questi gli obiettivi fissati dal Pnc per i pazienti obesi, da sviluppare collegando cure primarie e centri specialistici (da implementare quelli di II e III livello), fissando criteri di accreditamento per la chirurgia bariatrica e formando gli operatori pubblici in sulla lotta allo stigma.
Epilessia. I due macro obiettivi per l’epilessia sono la creazione di una rete assistenziale completa e l’armonizzazione delle procedure cliniche e strumentali in 4 settori: chirurgia dell’epilessia, genetica, stati epilettici e transizione delle cure. Da mappare dati, personale e strutture insieme all’avvio di Pdta regionali, percorsi di cura per fasce di popolazione (ad es pediatrica, in gravidanza e anziani) e campagne di informazione
Endometriosi. Riduzione dei tempi di diagnosi e miglioramento della qualità di vita sono gli obiettivi per l’endometriosi. Servono registri regionali sulle pazienti in trattamento, reti assistenziali hub&spoke, tecnologie innovative, centri di Medicina della riproduzione e formazione di operatori e popolazione. Vanno implementati i Pdta regionali differenziati per tipo di trattamento e deve crescere la percentuale di interventi di chirurgia mini-invasiva.


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