Dal governo
Legge di bilancio, cantieri aperti sul superticket. Dirindin (Mdp): «Auspicabile abolizione per step»
di Rosanna Magnano
Sul nodo superticket i cantieri del Ddl manovra sono in fermento. E il Mdp resta in attesa della proposta del Governo, «ma sarebbe auspicabile una sua abolizione, magari a partire da metà del 2018, per limitare l’impatto». Lo ha dichiarato la senatrice Nerina Dirindin (Art. 1-Mdp) che si dice personalmente favorevole a un’eliminazione tout court della tassa , anche per step, sulle prestazioni specialistiche e ambulatoriali.
All’interno del Movimento democratico e progressista, sostenitore della prima ora dell’abolizione del balzello, è in corso una riflessione. Ma prima di avanzare un’ipotesi, si aspetta di vedere le mosse dell’Esecutivo, che in queste ore sta elaborando un percorso per la revisione graduale della tassa da inserire nel Ddl della legge di bilancio. Sulla scia di quanto previsto nella risoluzione sulla nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2017, in cui la maggioranza ha chiesto al Governo di «rivedere gradualmente il meccanismo del cosiddetto superticket al fine di contenere i costi per gli assistiti che si rivolgono al sistema pubblico».
«Sono dell’idea che vada abrogato. E per limitare l’impatto economico - spiega la senatrice, membro della Commissione Igiene e Sanità - si potrebbe pensare di partire da metà anno nel 2018 per poi andare a regime nel 2019. Ma l’idea emersa in questi giorni di riformare questo strumento intervenendo su singole prestazioni o su singole categorie di pazienti la vedo veramente complessa, proprio alla luce dell’applicazione fortemente differenziata a livello regionale. Si finirebbe infatti per rendere ancora più complicata la vita dei servizi deputati a gestire il superticket e per creare ulteriori disomogeneità per i pazienti. Una cosa è certa, l’abolizione non può essere a carico delle Regioni».
Ma ci sono anche altre implicazioni. «Le diverse declinazioni del superticket - continua Dirindin - hanno creato delle rendite di posizione per determinate categorie di produttori. Quindi anche le modalità di un’eventuale rivisitazione parziale dei meccanismi di questa tassa deve tener conto di certi impatti. Se, per fare un semplice esempio, decidiamo di eliminare il superticket sulle prestazioni più diffuse e a basso costo, dobbiamo sapere che stiamo parlando dei laboratori chimico-clinici; se invece pensiamo di intervenire sulle prestazioni più complesse e onerose, siamo su risonanze magnetiche e Tac».
Quindi anche un eventuale restyling del superticket avrebbe impatti su chi finora si è avvantaggiato di certe differenze applicative. «I pazienti tornerebbero a comportamenti pre-superticket. I laboratori rischierebbero di perdere una parte del mercato, sarebbero da rivedere i contratti di fornitura». Insomma un rebus di non facile soluzione. «Per questo - continua la senatrice Dirindin - la via dell’abolizione tout court è più facilmente percorribile, ovviamente trovando le adeguate coperture per non penalizzare i budget regionali». Intanto i cantieri del Governo sono in movimento e bisogna attendere. «Aspettiamo la proposta governativa - conclude Dirindin - e se non ci sembrerà condivisibile faremo battaglia».
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