Dal governo
Via al Dpcm investimenti: 47 mld in 15 anni. Due mld per la ricerca, ma piatto povero per l’edilizia sanitaria
di Lucilla Vazza
«Con la firma di oggi possiamo dire che simbolicamente diamo avvio a un grande piano di investimenti pubblici per infrastrutture e altre opere nel nostro Paese. Sono cifre e dimensioni temporali non consuete per l'Italia. Abbiamo tutti la consapevolezza di quanto gli investimenti pubblici siano decisivi per dare ossigeno alla ripresa, in particolare in settori come le costruzioni, importante per lo sviluppo del nostro mercato interno».
Sono le parole del premier Paolo Gentiloni che oggi ha firmato il Dpcm di ripartizione del Fondo Investimenti che dà il via a uno straordinario piano di realizzazione delle infrastrutture a tutto campo: dalle ferrovie ai musei, passando per l’edilizia sanitaria e la demolizione delle barriere architettoniche.
Edilizia sanitaria
Le infrastrutture sanitarie rientreranno tra le misure per «il miglioramento della qulità della vita» e si dovranno spartire 1,7 miliardi previsti per l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’ammodernamento della rete idrica, il risanamento ambiente e difesa suolo, oltre alle strutture sportive, i musei e l’edilizia residenziale pubblica. Il riparto del Fondo di investimento era previsto dal comma 140 dell'ultima Legge di Bilancio che prevede una programmazione di lunga durata di molte spese in conto capitale.
Spazio alle grandi opere
La ripartizione, ha chiarito il capo del Governo, «è stata fatta in questi mesi e ringrazio il Tesoro che ha fatto da proponente del decreto. Una parte è stata destinata agli investimenti delle Regioni per l'anno corrente e il prossimo anno. La ripartizione del Fondo nei prossimi 15 anni vede fare la parte del leone alle grandi opere infrastrutturali. E questo credo si capisca abbastanza facilmente». E poi «Oltre 20 miliardi sono per strade e ferrovie, con particolare attenzione a collegamenti e trasporti locali e ai porti. In secondo luogo c'è il settore della messa in sicurezza degli edifici pubblici, con un'attenzione speciale alle scuole ma che include anche i musei e che cifra all'incirca 8 miliardi.
Poi c’è il settore ambiente, acqua e sanità, il settore del risanamento delle periferie, su cui lavoriamo con un separato decreto per un secondo bando, il settore della difesa, della ricerca spaziale, della ricerca scientifica e tecnologica, l'informatizzazione della giustizia».
LA SCHEDA - La ripartizione prevista dal Dpcm
1) Infrastrutture di comunicazione per il rafforzamento della competitività (20,4 mld)
a) Infrastrutture ferroviarie.
b) Infrastrutture stradali rete ANAS.
c) Trasporto pubblico locale e ferrovie non interconnesse.
d) Infrastrutture portuali e Mose.
e) Fondo progettazione opere e interventi.
2) Investimenti per il sostegno della competitività e delle esportazioni (1,7 mld)
a) Informatizzazione giustizia.
b) Potenziamento del credito all'esportazione.
3
) Investimenti nella ricerca (2,0 mld):
a) Ricerca spaziale (Min. Difesa e Min. Istruzione), di cui una quota affidata ad Asi.
b) Ricerca scientifica, tecnologica e sanitaria.
4) Infrastrutture per il miglioramento della qualità della vita (1,7 mld )
a) Rete idrica.
b) Risanamento ambiente e difesa suolo.
c) Strutture sportive.
d) Barriere architettoniche.
e) Edilizia sanitaria.
f) Musei.
g) Edilizia residenziale pubblica.
si devono aggiungere + 0,8 per riqualificazione periferie con separato DPCM
5) Infrastrutture per la sicurezza dei cittadini (7,7 mld)
a) Casa Italia.
b) Prevenzione rischio sismico.
c) Messa in sicurezza edifici pubblici.
d) Messa in sicurezza scuole.
e) Polizia e vigili del fuoco e sicurezza pubblica.
f) Messa in sicurezza musei.
6) Investimenti per la sicurezza nazionale e l'alta tecnologia (12,8 mld)
a) Programmi ad alta tecnologia MiSE - Difesa.
b) Investimenti Difesa.
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