Dal governo
Governance del farmaco, le ipotesi sul tavolo di Palazzo Chigi
di Rosanna Magnano
Mantenere il tetto sulla spesa farmaceutica territoriale e generalizzare anche agli ospedali pubblici il sistema di remunerazione secondo il sistema di classificazione Drg adottato per l’ospedalità privata, in modo da coinvolgere l’ospedale in un sistema che incentivi le modalità terapeutiche (farmaci inclusi) e organizzative ritenute più efficaci e appropriate. Una misura che in tandem con i piani di rientro introdotti con la legge di Stabilità 2016 potrebbe aiutare a superare il rosso profondo della spesa farmaceutica H. E che potrebbe fare il paio con un fondo ad hoc «extra-tetto» per i farmaci innovativi (non solo Epatite C) e forse anche con modifiche del meccanismo del payback (e/o sconti sui ripiani del 10-20%), una tassa di fatto che con gli sfondamenti ormai cronici dell’ospedaliera causati dall’arrivo degli innovativi rischia di strozzare le imprese farmaceutiche e frenare investimenti e ricerca. Sono queste alcune delle ipotesi all’esame del tavolo sulla governance farmaceutica che si riunisce oggi a Palazzo Chigi. Ipotesi tutte ancora in corso di definizione, illustrate ieri sera dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti edalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin al convegno «Investire e crescere in Italia: il ruolo dell'industria del farmaco» promosso dalla Fondazione Astrid .
«Siamo in una fase di brainstorming. Stiamo lavorando sulle simulazioni - spiega la ministra Lorenzin - per cercare di capire che cosa succederebbe se introduciamo il prezzo del farmaco nel Drg, se facciamo un fondo per gli innovativi (ipotesi in cui credo fortemente), come cambiare il payback e se vale la pena cambiarlo. Sono tutte tematiche aperte e ipotesi di scuola. Ci sono più schemi sul tavolo».
Insomma i lavori sono in corso e il quadro non è ancora chiaro. Il nodo chiave è nel rapporto tra risorse limitate, bisogni crescenti e costi crescenti. «Il problema è che il tetto dell’ospedaliera è sottodimensionato e non si riesce a gestire - sottolinea De Vincenti - perché su questo fronte si concentra tutto l’impatto dell’innovazione. E i drammi etici di certe scelte sui malati terminali. Tra l’altro il payback è fermo. Perché con le sentenze del Tar le centinaia di milioni previste non sono ancora arrivati nei bilanci regionali. Ci possono aiutare i meccanismi del value-based pricing, che l’Aifa dovrebbe il più possibile generalizzare con forme di rimborso condizionato al fatto che il farmaco trova dei pazienti responder. Così da ripartire il rischio con le imprese. Questo risolverebbe una parte del problema».
Ma il tetto sulla territoriale non si tocca. «Il tetto unico sarebbe un errore - continua De Vincenti - perché le due dinamiche, della spesa territoriale e ospedaliera, sono profondamente diverse. La territoriale passa dall’intermediazione del medico, il sistema dei budget tiene da 7 anni e non me lo giocherei».
«Sono convinto invece - conclude - che sfruttiamo poco le opportunità del pagamento a Drg, che andrebbe esteso con severità anche all’ospedalità pubblica, oltre l’ospedalità privata. Ma potrebbe non bastare. Sarà difficile restare dietro all’innovazione, non possiamo cambiare le tariffe Drg troppo frequentemente, possiamo farlo ogni tanto». Le possibili opzioni, quindi, sono tutte aperte.
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