Dal governo
Il ministero smentisce possibili sanzioni per i medici che sconsigliano i vaccini
Sono bastate poche righe di agenzia, subito rimbalzate sui siti internet, per sollevare un nuovo polverone: il medico che diffonde informazioni non scientifiche sconsigliando le vaccinazioni potrebbe rischiare una sanzione, dal richiamo da parte dell’Ordine fino alla radiazione dall’Albo. Ancora aperta la ferita dei medici per le possibili sanzioni sulle prescrizioni inappropriate, l’ipotesi radiazioni per coloro che sconsigliano i vaccini «appare folle, ridicola». Per Costantino Troise, segretario dell’Anaao «a questo punto sanzionassero i medici perché esistono...».
Il tempo di una veloce verifica ed ecco la secca smentita del Governo. «In relazione a quanto pubblicato da diversi organi di stampa - è scritto in un comunicato del ministero della Salute - secondo cui sarebbero allo studio sanzioni, quali la radiazione, per i medici che sconsigliano le vaccinazioni obbligatorie, si precisa che la notizia è priva di ogni fondamento. La bozza di Piano nazionale vaccini, attualmente all’esame della Conferenza delle Regioni, prevede esclusivamente percorsi di concertazione con gli Ordini e le associazioni professionali e sindacali per cogliere l’obiettivo condiviso di garantire adeguate coperture vaccinali».
Insomma, il 20 ottobre Regioni e ministero della Salute discuteranno del nuovo Piano nazionale sui vaccini, di aggiornare la normativa, di subordinare l’iscrizione a scuola all’obbligo di vaccinarsi ma non di sanzioni o radiazioni.
In realtà che all’accesso nella scuola sia presentato il libretto vaccinale è già previsto nel piano vaccinale attuale del ministero della Salute. Finora però anche se non si erano fatti i vaccini obbligatori, i bambini venivano ugualmente iscritti a scuola. «Bisogna porsi il tema che l'accesso alla scuola pubblica sia coerente alle vaccinazioni obbligatorie. Il diritto all'accesso agli studi - osserva il coordinatore degli assessori regionali, Sergio Venturi - è costituzionale così come lo è anche il diritto alla salute. Se c’è un bambino immunodepresso il compagno di banco prende una malattia infettiva, è giusto che venga tutelato. Le Regioni dicono: discutiamo di questo tema che riguarda la salute di tutti. Il mondo è cambiato e abbiamo tassi di copertura vaccinale molto bassi. E' un tema sul quale tutti gli assessori hanno concordato che bisogna parlarne, ma non vietiamo nulla. Credo che tra Governo e Regioni se ne debba discutere e assumere una posizione».
L'ipotesi è che il nuovo «Piano nazionale di prevenzione vaccinale», che si sta scrivendo in questi giorni, e che costerà 200 milioni in più rispetto al passato, proprio per la introduzione di nuove vaccinazioni, introduca anche la previsione di non ammettere nelle scuole i bambini che non siano in regola con il libretto di vaccinazioni. “Bisogna porsi il tema - conclude Venturi - ma le Regioni non vietano nulla a nessuno».
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