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Febbre da chikungunya ad Anzio: Iss, per ora focolaio circoscritto
di L.Va.
È decisamente l’estate delle zanzare. Oltre all’allarme malaria provocato dalla morte della povera Sofia Zago - la bimba trentina di 4 anni, sulla cui vicenda misteriosa sono concentrate le indagini di inquirenti e del ministero della Salute - esplode nel Lazio il caso chikungunya. Una malattia virale che scatena febbre acuta, trasmessa dalla puntura di zanzare tigre infette e per la quale non esistono vaccini. Sono stati infatti identificati tre casi nella zona di Anzio. La conferma arriva dall’Istituto superiore di sanità e dall’INMI Spallanzani.
Si tratterebbe di un focolaio circoscritto
«I casi sono stati localizzati in una zona abbastanza delimitata. La Regione è già intervenuta tempestivamente con la disinfestazione, che riesce a ridurre di molto il rischio di infezione e l'intensità delle zanzare». Ha spiegato Gianni Rezza (Iss), che nel 2007 aveva lavorato sul focolaio che si diffuse in Emilia Romagna colpendo più di 250 persone. «Non si può escludere che nei giorni precedenti, qualche altra persona sia stata contagiata».
«Erano 10 anni che non c'erano casi autoctoni di chikungunya in Italia, ma non possiamo escludere che in quest'arco di tempo non si siano avuti 2-3 casi l'anno, scambiati magari per semplice influenza - continua - Quest'infezione, veicolata dalla Aedes albopictus, meglio nota come zanzara tigre, ha infatti sintomi simili a quelli influenzali. È accompagnata da febbre, dolori articolari che possono durare a lungo, e nella metà dei casi da un esantema che può dare prurito», precisa Rezza.
Non esiste alcun trattamento specifico contro il virus della febbre chikungunya, perciò la terapia è basata sulla somministrazione di farmaci sintomatici soprattutto per alleviare i dolori articolari (antipiretici ed antinfiammatori ad eccezione dell'acido acetil-salicilico), riposo a letto e reintegrazione dei liquidi, ove necessaria. Le persone affette da febbre chikungunya dovrebbero essere protette dalle punture degli insetti, mediante applicazione di repellenti sulla cute, uso di zanzariere e di insetticidi negli ambienti in cui soggiornano, per evitare che possano propagare l'infezione.
Lazio alert
disinfestazione
Già nella giornata di ieri l'Iss, su richiesta della Regione Lazio, ha posizionato alcune esche speciali per indicare tutte le aree dove sono presenti larve. Conclusa l'operazione la Asl RM6, su richiesta della Regione, indicherà al sindaco competente di procedere immediatamente a una regolare disinfestazione, solo ed esclusivamente nelle zone indicate, operazione necessaria ad eliminare la presenza di questi insetti. La Regione Lazio, inoltre, ha già inviato ai medici di famiglia una circolare informativa e invitato i cittadini, che manifestano questa sintomatologia, a recarsi in maniera precauzionale presso uno studio medico per tutti gli accertamenti del caso.
Anche nella Francia meridionale «sono già stati riportati quest'anno 5-6 casi di chikungunya», rileva ancora Rezza. Nei nostri vicini d'Oltralpe la sorveglianza su questo tipo di vettore e malattia è molto attiva, tanto che ogni anno vengono rilevati 2-3 casi. «In un paese temperato come il nostro è comunque più facile - conclude - controllare l'infezione, soprattutto dopo che si è fatta la disinfestazione, che contribuisce molto a ridurre il numero dei casi».
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