Sentenze
Sanità privata, il Consiglio di Stato “cancella” le limitazioni imposte dal Commissario ad acta della Regione Molise
di Pietro Verna
24 Esclusivo per Sanità24
Nessun budget può essere imposto alle strutture sanitarie private che forniscono prestazioni in favore di pazienti extraregionali, né può essere previsto un tetto di spesa per le «prestazioni salvavita ad alta complessità» e per le «prestazioni salvavita di radioterapia». Una diversa soluzione violerebbe «il legittimo interesse del paziente a ricevere la migliore cura per la propria patologia» e sarebbe in contrasto con la sentenza della Corte costituzionale n. 203 del 2006 secondo cui la normativa in materia di spending review «non costringe le regioni ad applicare la medesima riduzione dell’importo e del volume di acquisto a tutti i contratti e a tutte le strutture private accreditate». Lo ha stabilito il Consiglio di Stato (sentenze n. 3773 e n. 3575 del 2023 ) che ha annullato le pronunce con le quali il Tar Molise aveva respinto il ricorso contro i provvedimenti con cui il Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Molise aveva introdotto "limiti invalicabili" di spesa agli ospedali convenzionati Gemelli Molise e Neuromed, specializzati per la cura delle patologie cardiache, oncologiche e neurologiche.
La decisione del Consiglio di Stato
Entrambe le strutture sanitarie avevano lamentato che il Commissario ad acta non avrebbe tenuto conto della loro natura («poli di eccellenza con utenza interregionale»), della domanda storica delle prestazioni, dell’assenza di strutture pubbliche di pari livello ubicate sul territorio regionale e dello studio dell’Agenzia per i Servizi Sanitari Nazionali- AGENAS secondo cui «la mobilità interregionale è un processo “a somma zero”, nel senso che la somma algebrica dei saldi tra le Regioni/Province autonome è sempre pari a zero, quindi non rappresenta mai un guadagno o una perdita per il livello nazionale». Tesi che ha colto nel segno. Il Consiglio di Stato ha affermato che:
- la volontà di ridurre la mobilità passiva al fine di perseguire l’equilibrato sviluppo e finanziamento del sistema sanitario, non può essere perseguita senza tener conto delle ragioni che hanno prodotto tale mobilità, «finendo, altrimenti, per comportare un sacrificio troppo elevato per i pazienti residenti in regioni nelle quali, le strutture sanitarie esistenti non garantiscono gli standard qualitativi pari a quelli presenti in altre regioni».
- precludere l’accesso a prestazioni salvavita a soggetti affetti da gravi patologie, nella consapevolezza che non esistono nel territorio molisano altre strutture sanitarie in grado di fornirle, «si appalesa del tutto illogico ed irragionevole, specie se si considera che tali prestazioni, se rese nei confronti dei pazienti di altre regioni, non comportano oneri a carico della Regione Molise»
Ciò non mancando di evidenziare che le strutture in narrativa sono state finanziate e realizzate « al fine di coprire il fabbisogno di cure di alta specialità per tutto il bacino del centro-sud Italia».
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