Sentenze
Caso Maugeri e San Raffaele: Formigoni condannato a 6 anni
di Angelo Mincuzzi
Sei anni di reclusione per corruzione. Questa la condanna inflitta oggi all'ex governatore della Regione Lombardia e senatore del Ncd, Roberto Formigoni, nel processo sul caso Maugeri e San Raffaele che lo vede imputato per corruzione e per associazione a delinquere insieme ad altre 9 persone. La sentenza è stata letta nell'aula della prima Corte d'Assise d'appello di Milano. I pm Laura Pedio e Antonio Pastore avevano chiesto 9 anni di carcere per Formigoni, senza alcuna attenuante. Dall'accusa di associazione a delinquere, invece, Roberto Formigoni è stato assolto “per non aver commesso il fatto”. Nei suoi confronti i giudici della decima sezione del Tribunale penale di Milano hanno anche deciso l'interdizione per 6 anni dai pubblici uffici.
L'ex assessore regionale lombardo Antonio Simone e l'ex uomo d'affari Pierangelo Daccò sono stati condannati rispettivamente a 8 anni e 8 mesi e 9 anni e 2 mesi di carcere nel processo Maugeri. I due sono considerati dall'accusa i presunti collettori delle tangenti e coloro i quali avrebbero garantito circa 8 milioni di euro in benefit di lusso e contanti all'allora governatore lombardo, Roberto Formigoni.
Secondo l'accusa dei pm, dalle casse della Fondazione Maugeri sarebbero usciti, tra il '97 e il 2011, circa 61 milioni di euro e dalle casse del San Raffaele (un altro filone del processo), tra il 2005 e il 2006, altri nove milioni. Soldi che sarebbero confluiti sui conti e sulle società di Daccò e Simone, presunti collettori delle tangenti, i quali poi avrebbero garantito circa otto milioni di euro in benefit di lusso, tra cui l'uso di yacht e il pagamento di vacanze, a Formigoni. E lui in cambio, stando alle indagini condotte dalla polizia giudiziaria, avrebbe favorito la Maugeri e il San Raffaele con atti di Giunta, garantendo rimborsi indebiti (circa 200 milioni per la Maugeri).
I pm, tra l'altro, hanno chiesto anche 8 anni e tre mesi per l'ex direttore amministrativo della Maugeri, Costantino Passerino, 5 anni e sei mesi per l'ex direttore generale della sanità lombarda Carlo Lucchina, per Nicola Maria Sanese, ex segretario generale del Pirellone, e per l'imprenditore Carlo Farina. E poi ancora 5 anni per Alberto Perego, amico storico nei “Memores domini” di Formigoni, 6 anni per Alessandra Massei, ex dirigente regionale, 2 anni e otto mesi per Carla Vites, ex moglie di Antonio Simone.
L'ex governatore lombardo, stando alle parole dei pm durante la requisitoria, sarebbe stato il «capo» di un «gruppo criminale» che avrebbe «sperperato 70 milioni di euro di denaro pubblico con un grave danno al sistema sanitario» e una «corruzione sistemica durata 10 anni». La difesa, invece, nel chiedere l'assoluzione aveva parlato di una «montatura» dell'accusa fatta di «abbagli» e «suggestioni» per giustificare un «grande vuoto probatorio».
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