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Pranzo di Natale e colesterolo: vademecum per festeggiare bene limitando i danni

di Domenico Gabrielli *

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24 Esclusivo per Sanità24

Grassi, zuccheri e calorie in eccesso sono i principali nemici di arterie e cuore. Le abbuffate natalizie possono avere un impatto significativo sulla salute cardiovascolare e sul colesterolo, che dopo le feste può aumentare di circa il 20% e influire, soprattutto in chi già ha dei valori limite, sul rischio di sviluppare infarti e ictus. L’ipercolesterolemia rappresenta infatti uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare, e ciò nonostante secondo le più recenti Linee Guida internazionali, su oltre 1 milione di pazienti a più alto rischio l’80% non raggiunge il target indicato. Tale condizione non riguarda solo gli anziani ma si manifesta nel 73% nel sesso maschile e nel 43% di quello femminile già in età giovanile e nella mezza età.
Se rinunciare a pranzi e cenoni non si può, e non si deve, il compromesso valido è limitare i danni.
Con qualche accorgimento è possibile godersi le festività senza compromettere la salute del cuore. Il primo consiglio è quello di non abusare nelle quantità, dimezzando le porzioni e scegliendo alcuni cibi invece di altri. I giorni in cui si festeggia sono concentrati principalmente in cinque momenti: la Vigilia, il Natale, Santo Stefano, Capodanno e il Primo dell’anno ma spesso non rinunciamo agli avanzi. La strategia vincente è dunque quella di essere rigorosi e impeccabili nei giorni precedenti e successivi. Durante le feste natalizie è facile cadere nella tentazione di trascurare l’attività fisica mentre è essenziale muoversi e mantenersi attivi con un esercizio che, se praticato in modo regolare, aiuta a combattere il colesterolo, poiché rimuove il colesterolo depositato nelle pareti arteriose per riportarlo al fegato, garantendo una migliore pulizia delle arterie e una migliore circolazione del sangue. Non è necessario diventare maratoneti ma è sufficiente svolgere una costante attività fisica (almeno 150 minuti a settimana di esercizio fisico di tipo aerobico ad impegno “moderato”) favorisce un incremento del colesterolo HDL, il colesterolo “buono”, e riduce il colesterolo LDL, il colesterolo “cattivo”. Fare attività fisica tra i vari benefici contribuisce inoltre a mantenere sotto controllo il peso corporeo, altro fattore di rischio per il benessere cardiovascolare. Via libera dunque a delle belle camminate a passo svelto, limitando l’uso dell’ascensore a favore delle scale. Smettere di fumare è un altro suggerimento importante. È ormai ampiamente dimostrato che il fumo aumenta la concentrazione del colesterolo LDL e diminuisce quella del colesterolo HDL, incrementando di conseguenza anche il rischio cardiovascolare. Provoca poi danni al rivestimento dei vasi sanguigni e aumenta la probabilità che si formino coaguli di sangue e indurimento delle arterie, causando aterosclerosi. Smettere di fumare migliora inoltre rapidamente la pressione sanguigna e il rischio di soffrire di un attacco di cuore diminuisce di quasi un terzo in circa 12 mesi. Dopo circa 5 o 10 anni, il rischio di infarto è pari a quello di chi non ha mai fumato. Il colesterolo è una causa diretta di infarti e ictus, non un semplice fattore di rischio. Adottare uno stile di vita sano riduce sicuramente il rischio cardiovascolare ma quando il colesterolo LDL è superiore alle soglie di pericolo in relazione al profilo individuale di rischio si deve intervenire con una terapia personalizzata.
Ridurre il colesterolo significa ridurre le malattie cardiovascolari ed è fondamentale cambiare l’atteggiamento rispetto alla prevenzione e alla cura del colesterolo per migliorare il rischio cardiovascolare globale.
Il primo accorgimento da adottare in caso di ipercolesterolemia è cambiare abitudini alimentari, imparando a selezionare gli alimenti da consumare e cercando di evitare tutte le pietanze nemiche del colesterolo. Un’alimentazione ricca di frutta e verdura, che escluda i grassi animali, favorisce una riduzione del 10-20% dei livelli di colesterolo nel sangue.
Il consiglio è di evitare l’eccesso di zuccheri semplici e grassi saturi, quindi carni rosse, insaccati, cibi lavorati a livello industriale e puntare sulla dieta mediterranea, ricca di frutta e verdura, legumi, cereali integrali, pesce azzurro e olio Evo.

* Presidente Fondazione per il Tuo cuore e Direttore Cardiologia dell’Ospedale San Camillo di Roma


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