Medicina e ricerca

Le nuove possibilità terapeutiche per le patologie urologiche maschili

di Alessandro Giammò *

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Le patologie urologiche maschili sono in crescita, di pari passo con il progressivo invecchiamento della popolazione. Basti pensare che il tumore alla prostata, spesso asintomatico, colpisce ogni anno più di 40.000 uomini italiani, che il 35% delle disfunzioni sessuali non risponde alle terapie farmacologiche, che di ipertrofia prostatica benigna (l’aumento di volume della prostata) soffre il 43% degli over 65 , che di incontinenza urinaria soffrono circa 1,4 milioni di uomini italiani.
Per quanto concerne l’incontinenza urinaria va ricordato che il disturbo, nell’uomo, non si presenta, in genere, in modo spontaneo. Ci sono incontinenze riconducibili all’invecchiamento o a patologie quali il diabete, il Parkinson, la sclerosi multipla ma, nella maggioranza dei casi, l’insorgenza si presenta come complicanza di un intervento di prostatectomia radicale per tumore alla prostata. Il tumore prostatico è diagnosticato ogni anno a 40.000 uomini italiani e circa 20.000 vengono sottoposti a intervento chirurgico (nel 2023, secondo Agenas, sono stati 20.222). Nonostante l’incontinenza abbia impatti pesantissimi sulla vita quotidiana, i rapporti di coppia, il lavoro, la mobilità, le relazioni sociali, la patologia è spesso sottovalutata. Purtroppo, spesso si ritiene che l’unica soluzione siano i pannoloni, impiegati e “detestati” dal 21% degli uomini incontinenti. Non è sicuramente l’approccio migliore e va da sé che i pazienti che abbiano già attraversato l’esperienza oncologica devono essere seguiti in modo particolare, e con soluzioni risolutive. Una delle soluzioni innovative sono i dispositivi sfinterici urinari artificiali adottati presso la Neuro-Urologia che dirigo presso il Cto della Città della Salute e della scienza di Torino. La pratica clinica conferma che questi sistemi, costituiti da una pompa, una cuffia e un piccolo serbatoio, sono efficaci per ripristinare la continenza, il che si traduce in un aumento dell’autonomia e del benessere. Tali dispositivi, riproducono integralmente la funzione sfinterica, vengono impiantati all’interno del corpo e non sono visibili, un aspetto fondamentale per l’accettazione da parte dei pazienti.
Un’altra patologia che seguiamo con grande attenzione, che può avere cause organiche o iatrogene, è la disfunzione erettile. Anche questo disturbo può insorgere spesso dopo interventi di prostatectomia e richiede, successivamente, un approccio e terapie adeguate. Fra le opzioni disponibili segnalo le protesi peniene, in grado di ripristinare la piena funzionalità dell’organo coinvolto e quindi, l’erezione. L’impianto prevede l’inserimento di due protesi cilindriche, semirigide o idrauliche, che consentono un’erezione non difforme da quella naturale, mantenendo la medesima sensibilità, capacità di orgasmo e funzione urinaria. Anche queste protesi non sono visibili all’esterno.
La nostra struttura, come Centro di III livello nell’ambito della Rete regionale per la diagnosi e cura dell’incontinenza urinaria, ha proprio la mission di ridare agli uomini che soffrono di queste patologie autonomia, salute e qualità di vita.

* Responsabile Struttura di Neuro-Urologia Ospedale Cto. Aou Città della Salute e della Scienza - Torino – Presidente SIUD, Società Italiana di Urodinamica


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