Medicina e ricerca

Risonanza magnetica: presentato il software che migliora le immagini e riduce i tempi di esecuzione

di Sara Lavorini

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La Fondazione dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione delle provincie di Firenze, Arezzo, Prato, Pistoia, Lucca, Massa-Carrara , guidata dal presidente Leonardo Capaccioli, ha siglato un accordo con il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Industriale (DICI) dell’Università di Pisa, rappresentato da Maria Vittoria Salvetti in qualità di Direttore del DICI. L’accordo si propone di favorire lo sviluppo congiunto di progetti di ricerca nei settori tecnici, scientifici e sanitari, al fine di aumentare l’efficienza, l’affidabilità e l’economicità delle prestazioni sanitarie fornite.
Fra gli studi che saranno sostenuti dalla Fondazione c’è il continuo, del progetto iniziato nel 2011, su un campione più ampio di pazienti di una ricerca chiamata Orthogonal Phase Encoding Reduction Artifacts (OPERA), un’ invenzione nella tecnica diagnostica della risonanza magnetica (RM). Questo nuovo software potrà essere applicato a numerose macchine di risonanza magnetica, garantendo così una maggiore qualità delle immagini e diagnosi più precise con tempi di scansione ridotti.

L’idea è stata brevettata nel 2010 da Andrea Dell’Orso Tecnico di Radiologia della AUSL Toscana Centro e membro del Governing Committee gruppo di studio per la riduzione degli artefatti dell’International Society of Magnetic Resonance in Medicine (ISMRM). Dal 2016 il software radiologico è stato sottoposto a sperimentazione su un campione 1003 immagini acquisite da 55 pazienti presso l’ospedale San Giuseppe di Empoli.

“ Abbiamo dimostrato - afferma il dott. Andrea Dell’Orso - di aver migliorato la qualità delle immagini di risonanza magnetica in oltre 87% dei casi, riducendo il tempo di esame fino al 30%. Il contenimento dei tempi di acquisizione e il miglioramento delle immagini di RM con la diminuzione degli artefatti, è per noi una priorità. Gli artefatti si sovrappongono all’anatomia del paziente e disturbano la qualità dell’immagine diagnostica nel 60% dei casi. Questo comporta per ogni macchina di RM uno scarto che ha un costo medio stimato a settimana di circa 270 minuti o 2.500 euro a livello internazionale”.

La ricerca, sviluppata in Toscana, è stata pubblicata anche sulle maggiori riviste scientifiche internazionali per le innovazioni tecnologiche in RM (MAGMA, Magnetic Resonance Materials in Physics Biology and Medicine, giugno 2021) e quest’anno è stata presentata a Singapore al congresso ISMRM 2024 come rappresentante dell’Italia nel gruppo Global Relation Committee dell’International Society for MR Radiographers & Technologists (ISMRT).”Questo nuovo software potrà essere applicato a differenti macchine di risonanza magnetica - conclude Dell’Orso - indipendentemente dalla marca e dall’anno di costruzione. Consentirà una qualità superiore delle immagini con l’obiettivo di diagnosi più veloci e certe. In futuro OPERA potrà contribuire alla riduzione delle liste di attesa e al contenimento dei costi a carico del sistema sanitario nazionale”.


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