Medicina e ricerca

Sicurezza del paziente: il “grembiule di piombo” va usato solo in casi particolari

di Carlo Cavedon *

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Come in tutte le aree della medicina, l’impiego di dispositivi di sicurezza deve essere valutato caso per caso, considerando il rapporto rischi-benefici per il paziente. Pertanto, l’Associazione italiana di Fisica medica e sanitaria (Aifm), sostiene l’interruzione dell’impiego del “grembiule di piombo” come pratica di routine e un suo utilizzo soltanto quando richiesto da particolari circostanze.
Una posizione ampiamente accettata dalla comunità scientifica nazionale e internazionale , e che viene ribadita in occasione della sesta Giornata mondiale della sicurezza del paziente, indetta dall’Organizzazione mondiale della sanità sul tema del miglioramento dei processi diagnostici per garantire la sicurezza dei pazienti.
Nonostante la pubblicazione, quattro anni fa, del Documento di consenso intrasocietario sull’uso dei dispositivi di protezione individuale anti-X per i pazienti sottoposti a esami radiologici, realizzato da Aifm con Sirm-Società italiana di Radiologia medica e interventistica, e la collaborazione di Faster, la Federazione delle associazioni scientifiche dei tecnici di Radiologia, ancora oggi l’impiego del grembiule in alcune realtà è un’abitudine, specialmente quando si tratta di pazienti di giovane età (neonati, bambini e adolescenti) e di donne in stato di gravidanza. Sebbene i pazienti si aspettino di essere schermati, perché è stata una pratica comune per molti decenni, è arrivato il momento di abbandonare questa abitudine.
L’evoluzione tecnologica, nell’ambito delle apparecchiature radiologiche, permette oggi di determinare in modo semiautomatico la quantità di radiazioni da utilizzare in esami radiologici, come per esempio la tomografia computerizzata (Ct), in base al distretto anatomico da studiare e alla corporatura del paziente. Questo ha consentito di ridurre l’esposizione del paziente alle radiazioni ionizzanti e ottenere allo stesso tempo un’immagine radiologica di elevata qualità. Tuttavia, alcune delle funzionalità delle moderne apparecchiature non funzionano come previsto quando una schermatura, come il grembiule di protezione, si trova sul percorso del fascio di raggi X; in questo caso, l’esposizione invece di venire ridotta sarebbe addirittura aumentata oppure potrebbe compromettere l’esame qualora una parte anatomica di interesse venisse nascosta dal grembiule. Per questo motivo, Aifm chiede uno sforzo di tutto il comparto perché si abbandoni l’ “automatismo” di questa pratica, oggi più rischiosa che utile, riservandola a casi particolari.
Va ricordato che l’esame radiologico è comunque effettuato solo a valle di un processo di giustificazione, di fatto un bilancio tra rischi e benefici, effettuato da un medico radiologo e che pertanto il beneficio diretto dell’indagine è già dimostrato all’atto dell’esecuzione dell’esame.
È bene sottolineare che, se il paziente trae un beneficio diretto dall’esposizione, non è così per gli addetti ai lavori (medici, tecnici di radiologia e infermieri) e per le altre persone presenti durante l’esame, come genitori o accompagnatori nel caso dei minori. Non essendo i beneficiari del test, non è necessario che siano sottoposti ad alcun rischio: per loro resta fortemente consigliato, in caso di esposizione non dietro barriera, l’impiego dei dispositivi di sicurezza per tutta la durata dell’esame.

* Presidente Associazione italiana di Fisica medica e sanitaria


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