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Aspettando il G7 Salute: da I-Com decalogo sulla prevenzione tra vaccini e antimicrobico-resistenza

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Rilanciare l’impegno internazionale e multisettoriale sulle sfide globali di prevenzione, implementare e ottimizzare i programmi di immunizzazione degli adulti e degli anziani per una prevenzione lungo tutto l’arco della vita, rafforzare la capacità di produzione di vaccini, digitalizzazione e raccolta di dati sanitari al servizio delle campagne di prevenzione. Sono queste alcune delle proposte operative racchiuse nel “Decalogo per una prevenzione globale, dell’oggi e del domani” realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e sottoscritto da 7 tra le principali società scientifiche e associazioni dei pazienti impegnate sui temi della prevenzione: Amici Obesi, Cittadinanzattiva, Diabete Italia, Italia Longeva, Società Italiana di Pediatria (Sip), Società italiana di Terapia Antinfettiva (SITA), Società Italiana di Igiene (SItI). Il Decalogo è stato presentato alla Camera dei deputati nel corso di un evento istituzionale, nato per iniziativa del vicepresidente Commissione Affari sociali della Camera, Luciano Ciocchetti e realizzato con il contributo non condizionato di GSK, Pfizer e Sanofi.
Il Decalogo raccoglie le raccomandazioni di policy del position paper dal titolo “Priorità salute: le sfide dell’Italia nel contesto del G7” con cui vengono tracciati, in vista del G7 Health, l’incontro tra i Ministri della Salute dei sette paesi coinvolti che si terrà ad Ancona dal 9 all’11 ottobre 2024, alcune linee di intervento per far fronte alle sfide sanitarie globali.
“Dall’emergenza Covid-19 in poi, questi appuntamenti internazionali sono stati fortemente incentrati sull’obiettivo di potenziare le politiche di prevenzione, in particolare in termini di rafforzamento dell’immunizzazione come uno degli interventi di salute pubblica più strategici e sulla necessità di prevedere nuove misure di contrasto all’antimicrobico resistenza a beneficio soprattutto dei Paesi a basso e medio reddito (LMIC)”, ha commentato il presidente I-Com Stefano da Empoli. “Il ricorso a linee di indirizzo multidisciplinari e trasversali risultano centrali non solo nei lavori del G7, ma anche nelle intenzioni dei rappresentanti dei Governi per far fronte alle sfide sanitarie che sono più che mai di carattere globale”.
Le priorità di policy per il prossimo G7 Salute contenute nel Decalogo per una prevenzione globale sono:
1. Rilanciare l’impegno internazionale e multisettoriale sulle sfide globali di prevenzione. Lo sviluppo di diversi vaccini Covid-19, avvenuto in meno di un anno, ha dimostrato come la cooperazione tra Paesi, e soprattutto tra il sistema pubblico e quello privato, possa raggiungere risultanti straordinari quando le capacità di ricerca e sviluppo medico e scientifico ricevono un ampio sostegno economico, politico e pubblico. È essenziale recuperare tale proattività e impegno, non solo per far fronte ai rallentamenti nelle campagne di immunizzazione e di screening, ma anche per ristabilire la fiducia nella scienza e nella medicina agli occhi della popolazione.
2. Implementare e ottimizzare i programmi di immunizzazione degli adulti e degli anziani per una prevenzione lungo tutto l’arco della vita. Per assicurarne la continuità e l’efficacia, tali programmi richiedono un solido sostegno finanziario e politico, nonché l’attuazione di campagne di sensibilizzazione della popolazione e del personale medico e sanitario volte a superare il preconcetto culturale che relega la vaccinazione degli adulti ad un ruolo di minore importanza.
3. Prioritizzare le campagne di vaccinazione antinfluenzale. L’Oms e la comunità internazionale tramite le varie organizzazioni internazionali, devono sostenere gli Stati membri a migliorare il monitoraggio delle proprie campagne vaccinali e dell’attuazione delle proprie politiche sanitarie di prevenzione, in particolare nel contrasto all’influenza.
4. Colmare i gap causati dal Covid nelle campagne di prevenzione. Gli anni caratterizzati dalla crisi pandemica da Covid-19 hanno causato gravi battute d’arresto alle campagne di immunizzazione. L’obiettivo di promozione di salute globale non può che passare per un intervento internazionale volto a sostenere gli Stati, in particolare quelli del global south e in generale i LMIC, nella programmazione e realizzazione di solide e perduranti campagne di prevenzione.
5. Rafforzare la capacità di produzione di vaccini. L’Oms deve migliorare la collaborazione e comunicazione con gli Stati, il settore industriale, le agenzie regolatorie e i vari attori coinvolti nel processo di formulazione delle future raccomandazioni sui vaccini. Le sfide sanitarie del presente e del futuro non richiedono, infatti, “solo” il miglioramento e la maggiore disponibilità delle soluzioni già esistenti, ma anche lo sviluppo di nuove forme di immunizzazione come i vaccini m-Rna e Dna, gli anticorpi monoclonali di nuova generazione.
6. Promuovere sistemi di joint budgeting internazionali per lo sviluppo e l’attuazione dei programmi nazionali contro l’Amr. È auspicabile la promozione, a livello globale, di sistemi di joint budgeting e di co-finanziamento per lo sviluppo e la concreta attuazione dei piani d’azione nazionali per il contrasto dell’antimicrobico resistenza (Amr). Questo sarebbe di particolare importanza per i paesi a basso e medio reddito, dove tali strumenti di programmazione sono ancora poco diffusi e fortemente legati a sistemi di donazioni e finanziamenti esclusivamente privati.
7. Finanziare la prevenzione è finanziare la ricerca. Rivolgere maggiore attenzione agli investimenti in prevenzione, spesso marginalizzati nella spesa pubblica, ambendo a destinarvi almeno l’1% del Pil nazionale. Al contempo, occorrono nuovi programmi internazionali di finanziamento della ricerca in ambito preventivo, anche tramite forme di partnership pubblico private, nonché nel campo degli antibiotici innovativi.
8. Digitalizzazione e raccolta di dati sanitari al servizio delle campagne di prevenzione. Riattivare le piattaforme e i modelli di raccolta e governance dei dati già adottati per la campagna di vaccinazione Covid-19, estendendone l’utilizzo anche ad altre campagne vaccinali, al monitoraggio dell’erogazione di servizi essenziali e agli screening. Fondamentale sarebbe prevedere, tramite tali piattaforme, anche sistemi di avviso e di “promemoria” per l’effettuazione di richiami lungo tutto il corso della vita.
9. Formare, sensibilizzare, e avvicinare. Auspicabile che i Sistemi Sanitari nazionali si avvalgano del supporto organizzativo ed operativo di Mmg e specialisti, e ove consentito anche delle farmacie, per favorire un accesso alla vaccinazione facilitato, rapido, di prossimità. Parallelamente, l’Oms dovrebbe fornire indicazioni su come affrontare le attuali carenze di competenze del personale sanitario, garantendo una formazione aggiornata sull’immunizzazione, sull’utilizzo di antibiotici e l’Amr, e sull’approccio One Health. Infine, è imprescindibile aumentare la consapevolezza e l’educazione dei cittadini sul rischio derivante da vaccine preventable diseases e sull’onere complessivo della mancata vaccinazione e dell’uso errato di antibiotici.
10. Rilanciare le campagne di sensibilizzazione su stili di vita sani, con articolare attenzione sull’importanza dell’alimentazione, dell’attività fisica, e della socialità lungo tutto il corso della vita. Le tendenze demografiche, particolarmente allarmanti per l’Italia, rendono indispensabili e urgenti nuove campagne informative e di sensibilizzazione rivolte alla popolazione, ma anche agli operatori dei comparti sociosanitari, su come prevenire o attenuare cronicità e favorire l’allungamento dell’aspettativa di vita in salute. Prioritario colmare il divario tra quest’ultimo e l’aspettativa di vita alla nascita, oggi di oltre 15 anni, per alleggerire il carico sui sistemi sanitari, ma anche sui servizi assistenziali e sulla società nel suo insieme.


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