Medicina e ricerca

Patologia digitale, dal Campus biomedico di Roma AI per la tracciabilità dei campioni istologici

di Giuseppe Perrone *

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Un sistema di tracciabilità avanzato per la gestione dei campioni istologici ha posto le basi per la realizzazione del progetto Digital Pathology presso l’Unità di Anatomia patologica della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma. Una tecnologia, quella della patologia digitale, che sta innovando in modo radicale il settore perché sfrutta e combina tra loro tecnologie digitali all’avanguardia per migliorare la precisione, l’efficienza e l’accessibilità delle diagnosi anatomopatologiche.
Uno dei principali vantaggi di questa tecnologia è la capacità di convertire i vetrini istologici in immagini digitali ad altissima risoluzione attraverso scanner ad alta definizione. Una volta digitalizzate, queste immagini possono essere visualizzate, analizzate e archiviate eliminando la necessità di manipolare fisicamente i campioni di tessuto.
La digitalizzazione dei vetrini permette poi un’analisi più accurata grazie all’uso di software di analisi delle immagini che, supportati dall’intelligenza artificiale (IA), possono identificare e quantificare automaticamente le caratteristiche patologiche nei campioni, come la densità cellulare, le anomalie strutturali e la presenza di biomarcatori specifici. Questi strumenti di IA non solo aumentano la precisione delle diagnosi, ma riducono anche il tempo necessario per l’analisi, consentendo ai patologi di concentrarsi sugli aspetti più complessi e critici.
Un altro aspetto innovativo del progetto riguarda la possibilità di condivisione dei campioni da remoto. Una volta acquisiti e archiviati dal sistema, infatti, i vetrini digitali possono contribuire alla creazione di una banca di immagini patologiche accessibile da specialisti da tutto il mondo. E in tal modo viene facilitato un approccio collaborativo e interdisciplinare alla diagnosi in grado di migliorare la qualità delle cure fornite ai pazienti e consentire una formazione continua e aggiornamenti costanti per i professionisti del settore.
Inoltre, vi è un impatto significativo anche sullo sviluppo di nuove linee di ricerca, poiché la possibilità di utilizzare grandi dataset di immagini digitali facilita l’identificazione di pattern patologici e biomarcatori che potrebbero non essere evidenti attraverso l’analisi tradizionale.
Nonostante i vantaggi, la transizione verso la patologia digitale non è priva di sfide. Tra i principali ostacoli vi sono senz’altro i costi iniziali di implementazione, che includono l’adozione di un sistema di tracciabilità digitale dei campioni, l’acquisto di scanner ad alta risoluzione, software di analisi e l’infrastruttura IT necessaria per l’archiviazione e la gestione dei dati. Infine, è essenziale garantire la sicurezza e la privacy dei dati, in conformità con le normative vigenti sulla protezione dei dati sanitari.
Un altro elemento cruciale è la formazione del personale. Medici patologi e tecnici sanitari devono acquisire competenze specifiche per utilizzare con efficacia gli strumenti e interpretare i risultati forniti dall’IA. Una necessità imprescindibile che richiede programmi di formazione continua e l’adozione di un approccio flessibile per integrare le nuove tecnologie nella pratica quotidiana.
Sebbene ci siano numerose e rilevanti sfide da affrontare, i benefici potenziali rendono la patologia digitale una componente essenziale del futuro della medicina. Investire nelle tecnologie digitali e nella formazione del personale sanitario è fondamentale per sfruttare appieno le opportunità offerte da questa rivoluzione diagnostica.

* direttore dell’Unità di Anatomia patologica della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico


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