Medicina e ricerca
Malattia Renale Cronica, questa sconosciuta: consapevolezza e screening per combatterla
di Stefano Bianchi*
24 Esclusivo per Sanità24
Come Società Italiana di Nefrologia, abbiamo celebrato la Giornata Mondiale del Rene (WKD) con una certezza: il bisogno, urgente, di fare informazione sulla Malattia Renale Cronica e creare consapevolezza, a tutti i livelli, sull’importanza di preservare la salute renale.
La Malattia Renale Cronica (MRC) rappresenta una priorità per la salute pubblica: in Italia si stima che quasi 1 Italiano su 10 ne soffra; un’incidenza che aumenta progressivamente all’aumentare dell’età, raggiungendo il 17% nella popolazione over 70. Si stima che nel 2040 questa patologia occuperò il quinto posto nelle cause di morte. Non solo. La MRC porta con sé, oltre al rischio aumentato di morte, anche un peggioramento della salute del paziente nel breve termine; limita infatti l’implementazione di interventi “salvavita” in malattie cardiologiche, infettive e oncologiche e aumenta parallelamente il rischio di ospedalizzazioni e morte per eventi cardiovascolari.
Ecco allora che la Giornata Mondiale del Rene si caratterizza come una campagna di sensibilizzazione globale volta ad aumentare la consapevolezza dell’importanza dei nostri reni. Una grande articolata iniziativa per salvaguardare la salute renale di tutti, con attività di sensibilizzazione e screening gratuiti in tutta Italia.
Perché è così importante fare informazione? Semplice. Le recenti scoperte terapeutiche offrono opportunità senza precedenti in grado di rallentare l’evoluzione della MRC e mitigarne le complicanze, come le malattie cardiovascolari, allontanando il ricorso alla dialisi anche di 10 anni. Ma perché ciò avvenga è necessario promuovere conoscenza e consapevolezza, fare controlli regolari per diagnosi più precoci che possano garantire maggiori opportunità e migliore qualità di vita. Le linee guida attuali hanno posto l’accento su questo problema e raccomandano programmi specifici di screening in tutti i paesi del mondo al fine di identificare e trattare precocemente i pazienti con MRC con l’obiettivo di ridurre la progressione della MRC, ed il peso umano, sociale ed economico ad essa correlato.
Tuttavia, la MRC si caratterizza per essere asintomatica fino ai gradi avanzati di malattia per cui la maggioranza dei pazienti non sono consapevoli di avere una nefropatia e non chiedono al MMG di sottoporsi a visita nefrologica. Emerge pertanto un “paradosso clinico”, ossia a fronte dell’attuale disponibilità di terapie, tradizionali ed innovative, dimostratisi in grado di rallentare la progressione delle nefropatie alla fase dialitica, la possibilità di implementarle è limitata al 10% dei pazienti eleggibili.
È dunque necessario un approccio globale e multilivello al fine di migliorare la cura dei reni e di ottimizzare la pratica terapeutica, ovunque.
Bisogna perciò agire su diversi fronti, a partire da politiche sanitarie mirate che integrino la cura dei reni nei programmi sanitari esistenti e che diffondano le conoscenze sulla salute renale al pubblico e al personale sanitario. Per prevenire la MRC o la sua progressione, dovrebbe essere implementato un accesso equo allo screening delle malattie renali e agli strumenti per la diagnosi precoce e l’accesso sostenibile a trattamenti di qualità. Altro punto importante da affrontare è la carenza di operatori sanitari di base e di specialisti in Nefrologia, così come la loro formazione su uno screening appropriato della MRC e l’adesione alle raccomandazioni delle linee guida di pratica clinica, fondamentali affinché possano essere implementate con successo strategie di trattamento efficaci e sicure. Ancora, è necessario adottare un approccio centrato sul paziente, per migliorare e uniformare l’accesso alle cure e ai farmaci. Infine, punto di partenza e di arrivo, è ancora quello di aumentare la consapevolezza. Anche - e soprattutto - per quanto riguarda i fattori di rischio della MRC come il diabete, l’ipertensione e l’obesità, che dipendono da scelte di stili di vita sani. La consapevolezza è inoltre strettamente legata all’aderenza dei pazienti alle strategie di trattamento; un fattore che può portare benefici enormi, soprattutto laddove la terapia è iniziata precocemente.
*Presidente della Società Italiana di Nefrologia
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