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Linfoma diffuso a grandi cellule B: per una cura efficace è necessaria anche una maggiore conoscenza

di Filippo Antonio Canale*

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Il linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL, dall’inglese “diffuse large B-cell lymphoma”) è un tumore del sangue caratterizzato dalla crescita incontrollata di un determinato tipo di cellule del sistema immunitario, i linfociti B. Differentemente da altri tipi di linfomi, si caratterizza quindi per una rapida crescita sintomatica. Il quadro clinico è dominato da sintomi e segni di espansione tumorale; nei casi di coinvolgimento di fegato o milza il soggetto può lamentare senso di pesantezza all'addome, dispepsia, dolore e può talora essere presente splenomegalia palpabile.
Nei casi più gravi, si possono avere sintomi di occlusione intestinale o di compressione di rami arteriosi o venosi.
Tuttavia la neoplasia può anche presentarsi come massa cutanea, ossea o localizzarsi a livello del sistema nervoso centrale con sintomi da ipertensione endocranica, compressione di nervi cranici e crisi comiziali.
La prognosi dei pazienti affetti da DLBCL dipende dallo stadio della malattia, dall’età e dallo stato di salute generale. La terapia standard del DLBCL è rappresentata dall’immunochemioterapia, un trattamento che associa un farmaco immunoterapico a una combinazione di più farmaci chemioterapici tradizionali. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni nei pazienti sottoposti a terapia di prima linea va dal 60 al 70%. Nel caso in cui il paziente non risponda adeguatamente, il medico può valutare quali trattamenti utilizzare in seguito, tenendo conto delle caratteristiche del paziente e del tumore. La scelta della terapia del Linfoma Diffuso a Grandi Cellule B è influenzata da molti fattori. Dopo la diagnosi della malattia, il medico valuta la miglior terapia possibile per ogni paziente tenendo in considerazione le caratteristiche del paziente stesso (come il suo stato di salute, la presenza di altre patologie, l’età) e le caratteristiche del tumore (quali il sottotipo, l’estensione e il coinvolgimento di organi extra-linfonodali).
Non sappiamo cosa causi il DLBCL, ma si ritiene che diversi fattori di rischio aumentino il rischio di svilupparlo, quali: una condizione che colpisce il sistema immunitario come il virus dell'immunodeficienza umana (HIV), l’assunzione di medicinali che sopprimono il sistema immunitario, ereditarietà, e altri.
E’ il più frequente fra tutti i linfomi non Hodgkin; in Italia il tasso di incidenza è di circa 7/100.000 persone e la fascia d’età maggiormente colpita è quella degli adulti/anziani.
Nonostante la sua diffusione, il livello informativo sul DLBCL è molto limitato: basti pensare che secondo recenti indagini solo il 15% della popolazione afferma di conoscere (tramite canali di informazione o per esperienza personale/indiretta) tale patologia ma in realtà meno di una persona su dieci è in possesso di informazioni corrette su di essa.
Dallo scenario attuale emerge quindi la necessità di migliorare la conoscenza su questa neoplasia, raggiungendo un numero maggiore di persone e fornendo loro informazioni adeguate.
Una comunicazione che utilizzi termini e nozioni corrette ma facilmente comprensibili è fondamentale per i pazienti che ricevono diagnosi di DLBCL: persone all’improvviso costrette a dover comprendere termini molto complessi ma che riguardano elementi fondamentali del loro percorso quali esami, procedure, scelte terapeutiche e fattori prognostici.
Un punto di partenza importante è l’ascolto dei bisogni dei pazienti, rilevato dalle Associazioni pazienti attraverso il lavoro quotidiano sul territorio. Queste costituiscono un supporto importante a completamento delle informazioni fornite dal Medico durante il colloquio: i pazienti sono immersi in una fase di forte stress emotivo ed ansia, ed una volta tornati a casa dopo la visita si ritrovano spesso confusi e pieni di dubbi sulla propria situazione. Ma un paziente correttamente informato e consapevole saprà affrontare la malattia insieme ai suoi famigliari con maggior tranquillità e questo può influire solo che positivamente sul suo percorso di cura. Attraverso il portale www.midica-ema.it il paziente può avere sempre a portata di mano informazioni corrette dal punto di vista medico ma esposte in modo semplice e chiaro, oltre a essere fornite in diverse modalità grafiche/interattive.

*Dirigente medico presso il Centro Trapianti Midollo Osseo del Grande Ospedale Metropolitano Bianchi_Melacrino-Morelli di Reggio Calabria


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