Medicina e ricerca

Epatite C: allargare le fasce target per lo screening, ogni paziente deve essere trattato

di Vincenza Calvaruso*

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Le epatiti virali – epatite C (HCV), epatite B (HBV) ed epatite delta - rappresentano un importante problema di salute pubblica nel mondo, con prevalenze diverse nei vari Paesi, dettate sostanzialmente dallo stato di sviluppo. Alcuni aree, come Cina e Sud-est asiatico, ad esempio, hanno una prevalenza del virus HBV (epatite B) molto alta, mentre i Paesi occidentali hanno visto fortemente ridursi la diffusione, grazie alle migliori condizioni igieniche.
Tuttavia, alcune aree geografiche continuano a mantenere una prevalenza elevata, soprattutto in termini di epatite C. Parliamo di un’infezione che interessa circa 71 milioni di soggetti nel mondo. La diffusione del virus HCV è un problema che non conosce confini e che è ai picchi in Paesi quali Cina, Pakistan e India, seguiti da Egitto, Ucraina, Vietnam.
L’Italia stessa fa parte dei 20 Paesi con maggior numero di infezioni da HCV insieme a Marocco, Brasile e Giappone. Per esattezza, è al 15° posto nella classifica per prevalenza. Nel nostro Paese si stima ci siano ancora 100.000 persone con malattia di fegato avanzata causata da epatite C e non diagnosticata, la maggior parte di età compresa fra i 60 e i 70 anni, e altri 280.000 individui con infezione da HCV attiva con età media di 46 anni, ignari di essere malati perché senza sintomi.
Un dato che testimonia la necessità di agire per contrastare la diffusione dell’epatite C, come del resto stiamo facendo, e a dimostrarlo alcune scelte regolatorie tra le quali lo screening che consente di effettuare il test HCV gratuitamente alle persone nate tra il 1969 e il 1989, alle persone seguite dai SERD e ai detenuti nelle carceri.
È fondamentale sensibilizzare le persone, fare informazione e diffondere la consapevolezza perché ancora oggi assistiamo a diagnosi tardive, laddove la malattia è già progredita verso epatocarcinoma o cirrosi, che sono le complicanze più frequenti.
Proprio con la volontà di lanciare messaggi potenti, in grado di raggiungere il maggior numero di persone possibili nasce Viral, la campagna di informazione promossa da Gilead Sciences e patrocinata, tra gli altri, da AISF. Una comunicazione che passa dai social e coinvolge una serie di influencer che per un giorno, nella Giornata Mondiale delle Epatiti, scelgono di condividere nei loro feed post di informazione e sensibilizzazione, con l’invito a rendere virale l’informazione e a visitare il sito www.ccomecurabile.it.
Il focus della campagna è proprio l’epatite C, la forma di epatite virale più diffusa in Italia, anche in considerazione del fatto che l’Oms ha stabilito per il 2030 l’obiettivo di ridurre del 65% le morti legate all’epatite C e del 90% i nuovi contagi. In Italia, i trattati per HCV sono cumulativamente 251.000, secondo l’ultima valutazione del sito AIFA a maggio 2023.
Essere informati è il primo passo per una diagnosi precoce che permette di agire tempestivamente e di eradicare l'infezione in maniera semplice ed efficace, senza effetti collaterali. Oggi, infatti, la terapia dell’epatite C prevede l’utilizzo di farmaci che agiscono direttamente sul virus permettendone l’eliminazione nella quasi totalità dei casi (oltre il 95%), in poche settimane. I nuovi trattamenti – non più tanto nuovi, considerando che sono disponibili in Italia da dicembre 2014 - hanno rivoluzionato le prospettive terapeutiche dei pazienti con epatite C.
Dobbiamo fare di più, dunque, come allargare le fasce target per lo screening, per far sì che ogni paziente venga trattato. Perché un paziente trattato non è solo una persona guarita, ma un rischio in meno di infettare altre persone.

* Professore associato di Gastroenterologia del dipartimento PROMISE dell’Università di Palermo e dirigente medico dell’unità complessa di Gastroenterologia del Policlinico, Segretario dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF)


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