Medicina e ricerca

Il "climate change" facilita l’insorgere di ansia e depressione

di Claudio Mencacci *, Emi Bondi **

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24 Esclusivo per Sanità24

L’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di problemi psichiatrici. Restare esposti a lungo a inquinanti presenti nell’aria come l’ozono o il particolato fa salire il pericolo di soffrire di ansia e depressione. Lo dimostrano studi recentissimi, a riprova di quanto l’inquinamento, che sia da smog o anche da rumore, ricopra un ruolo molto importante nello sviluppo di problemi psichiatrici. Per questo abbiamo deciso di dedicare l’intero storico evento di Bormio - "Il cervello e i cambiamenti. Le sfide climatiche, ambientali, affettive e adattive" - a questo tema, mettendo a confronto oltre 50 tra i massimi esperti italiani della materia, espressione del mondo accademico, della ricerca e della pratica clinica.
Sul cambiamento climatico, inoltre, il mondo continua a essere diviso tra catastrofisti e scettici. Ma da tempo ormai gli scienziati stanno rilevando gli effetti di questa evoluzione sulla salute dell’uomo. Innanzitutto, non è affatto un falso mito, ma un mutamento in corso che non possiamo permetterci di sottovalutare, come dimostra questo convegno. Sappiamo che molti studi correlano alla depressione l’infiammazione da esposizione a sostanze tossiche nell’aria. Non solo: l’inquinamento è stato chiamato in causa anche per l’aumento dei disturbi del neurosviluppo tra i figli di donne esposte a inquinanti atmosferici, così come per l’incremento delle patologie degenerative cerebrali come l’Alzheimer. Per non dire del rumore: è stato dimostrato che l’inquinamento acustico può causare disturbi del sonno anche molto seri.
Il punto di partenza della discussione sono dunque gli effetti dei processi di urbanizzazione e, più in generale, delle azioni dell’uomo. Ma l’aspetto che più ha destato la nostra sorpresa e il nostro interesse, sono state le prove sempre più frequenti sul possibile ruolo dell'inquinamento nello sviluppo dei disturbi psichiatrici.
L’esempio più importante proviene proprio da uno studio italiano il cui autore è il prof. Alfonso Tortorella, ordinario a Perugia, pubblicato di recente su Epidemiology and Psychiatric Sciences, che ha dimostrato come uno dei principali inquinanti presenti nell’aria, cioè l’ozono, sia un potenziale fattore di rischio per la salute mentale. Per due anni, dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2016, sono stati raccolti i dati relativi agli accessi ai servizi di emergenza psichiatrica degli ospedali generali di Perugia e Foligno, in Umbria, collegandoli con i livelli di inquinanti atmosferici. L’osservazione dei 1.860 casi complessivi di ricoveri in Pronto Soccorso per disturbi mentali (1461 dei quali a Perugia e 399 a Foligno) ha permesso di individuare proprio nell’ozono l’inquinante che poteva essere collegato al ricovero. Si può dunque affermare che questo inquinante possa essere considerato un potenziale fattore di rischio per la salute mentale e che l’esposizione all’ozono può essere associata a un aumento di ricoveri psichiatrici. Un risultato che conferma quanto riportato dalla letteratura esistente sul rapporto tra inquinamento atmosferico e salute mentale.
A livello internazionale JAMA Psychiatry pone sotto accusa il particolato, l’insieme di sostanze solide o liquide sospese nell’aria (come pollini, metalli, fumo e altro). Una delle più piccole particelle di particolato è il PM2.5, e le sue dimensioni sono pari a circa un ventesimo di un capello e in grado di sfuggire alle difese dell’organismo, annidandosi nei polmoni e penetrando nella circolazione sanguigna, provocando irritazioni, infiammazioni, problemi respiratori. Lo studio, condotto in Gran Bretagna su un campione di 389.185 persone, ha individuato 13.131 individui a cui è stata diagnosticata la depressione e altri 15.835 colpiti da forme di ansia. L’indagine ha appurato anche che il rischio di entrambi questi problemi aumenta nelle persone che vivono in aree più inquinate. Ancora non è chiaro cosa colleghi l’inquinamento con ansia e depressione, perché si tratta di analisi statistiche. Ma resta il dato chiave.

* Presidente del convegno
Direttore emerito di Neuroscienze al Fabetebenefratelli (Milano)
Co-Presidente della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf)
** Direttore del dipartimento di salute mentale Ospedale Papa Giovanni XXII (Bergamo)
Presidente della Società Italiana di Psichiatria (Sip)


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