Medicina e ricerca

Asma: la triplice terapia in un unico device migliora l’efficacia dei farmaci e l’aderenza terapeutica

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Mancanza di fiato, respiro sibilante e affannoso sono alcuni degli indizi che conducono all’asma, malattia infiammatoria cronica delle vie aeree che colpisce oltre 300 milioni di persone nel mondo. La ricerca in questo campo ha fatto sì che le terapie oggi disponibili siano efficaci, ma per chi soffre di asma severo incontrollato è di fondamentale importanza avere a disposizione nuove opzioni terapeutiche. Per questi pazienti sono infatti necessari farmaci in grado di garantire una riduzione delle riacutizzazioni e un miglioramento della funzionalità polmonare complessiva. In questo senso, la possibilità di avere a disposizione una triplice terapia combinata in un unico device costituirebbe senza dubbio una novità per i pazienti asmatici. Tra le nuove opzioni terapeutiche, la tripla terapia in combinazione fissa che prevede l’uso di corticosteroidi inalatori (ICS), beta2-agonisti a lunga durata d’azione (LABA) e antagonisti muscarinici a lunga durata d’azione (LAMA), è già stata approvata da alcuni anni per il trattamento della broncopneumopatia cronica ostruttiva - BPCO. Nei pazienti con asma non controllato questa terapia garantirebbe quindi benefici ulteriori rispetto alla combinazione ICS/LABA e consentirebbe una facile ottimizzazione del trattamento prima di considerare l’introduzione di una più costosa ed impegnativa terapia biologica.
“L’asma è una condizione caratterizzata da uno stato infiammatorio cronico delle vie aeree che può colpire qualsiasi fascia di età - spiega Paola Rogliani, professore di Medicina respiratoria all’Università degli studi di Roma Tor Vergata, e Responsabile della UOC di Medicina respiratoria al Policlinico Tor Vergata -. La sua genesi è prevalentemente allergica ma non solo e la sua larga diffusione nella popolazione richiede il giusto riconoscimento e il corretto inquadramento terapeutico. Una percentuale tra 10 e 15 % dei pazienti vive una condizione particolarmente grave che viene definita di asma severo, una forma grave di questa malattia che può mettere a repentaglio la vita stessa dei malati”.
Talvolta il paziente asmatico non riconosce la sua condizione di patologia e lo stato di cronicità della sua condizione. È quindi necessario accompagnare il malato nella comprensione della sua patologia e nel riconoscimento delle fasi della malattia anche al fine di insegnare al paziente come modulare la sua terapia inalatoria. Il controllo della malattia è infatti uno dei target terapeutici e occorre insegnare al paziente come controllare la malattia al fine di evitare il rischio di riacutizzazoni.
Proprio per aiutare i pazienti nel controllo della malattia la ricerca mette oggi a disposizione soluzioni innovative come la triplice terapia in un unico device. “Fino ad oggi - afferma Mario Cazzola, docente onorario di Medicina respiratoria all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e già direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie Respiratorie dello stesso ateneo - siamo rimasti fermi all’idea che bastasse trattare i pazienti con combinazioni di corticosteroidi inalatori (ICS) e beta2- antagonisti a lunga durata di azione (LABA) e, in effetti, con tale approccio riusciamo a rendere la malattia controllabile nella gran parte dei pazienti. Ma esiste un 20 % della popolazione degli asmatici che purtroppo non trae completo controllo della malattia con questo tipo di approccio terapeutico e addirittura un 5 - 10 % dei malati che non viene affatto controllato”. Questa situazione ha portato la ricerca scientifica a sviluppare nuove possibili opzioni terapeutiche. “In particolare in questi anni - prosegue Cazzola - si è fatta strada l’idea che l’aggiunta di farmaci antagonisti muscarinici o antimuscarinici, che ostacolano o impediscono l’attività dei recettori dell’acetilcolina potesse aggiungere qualche cosa in più rispetto alla somministrazione di corticosteroidi inalatori e beta2- antagonisti a lunga durata di azione”.
Da qui l’idea della tripla terapia in combinazione fissa comprendente anche gli antagonisti muscarinici a lunga durata d’azione (LAMA) che inibiscono l’azione dell’acetilcolina, uno dei più importanti neurotrasmettitori responsabile della trasmissione nervosa sia a livello di sistema nervoso centrale sia di sistema nervoso periferico che, nei pazienti con asma non controllato, potrebbe garantire una riduzione delle riacutizzazioni e un miglioramento della funzionalità polmonare.
Dopo l’approvazione per la BPCO, l’utilizzo di questa nuova opzione terapeutica potrebbe diventare presto realtà anche per l’asma.


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