Medicina e ricerca

Covid: parte da Modena lo studio Rescat sulla terapia cellulare

di Alessandra Ferretti

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Utilizzare la terapia cellulare per il trattamento dei pazienti con polmonite da SARS-CoV-2. È l'obiettivo dello studio Rescat, coordinato dall'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena con l'Università di Modena e Reggio Emilia, che prenderà il via nei prossimi giorni e che coinvolgerà altri sei centri italiani specializzati nell'impiego delle terapie cellulari. Ipotesi dello studio è che le cellule stromali mesenchimali (mesenchymal stem cell, MSC) inibiscano l'iperattivazione della risposta immunitaria del paziente affetto da Covid-19, favorendo la transizione da un ambiente pro-infiammatorio ad un ambiente rigenerativo. Si tratta del primo studio in Italia che utilizza MSC in sperimentazione clinica per tale condizione patologica e si conferma il primo al mondo che esegue un confronto tra fonti di MSC diverse all'interno di un'unica sperimentazione controllata: da cordone ombelicale, tessuto adiposo e midollo osseo.

Le cellule stromali mesenchimali (mesenchymal stem cell, MSC) sono un tipo di cellule staminali anche in grado di produrre fattori antinfiammatori che sembrano contrastare il meccanismo alla base del danno d'organo indotto dal virus.
Rescat, "Studio prospettico randomizzato multicentrico di fase I/IIa sull'impiego di cellule stromali mesenchimali allogeniche nel trattamento di pazienti affetti da polmonite da SARS-CoV-2", vede coinvolti, oltre all'AOU di Modena come centro coordinatore, gli Ospedali Meyer e Careggi di Firenze, il Policlinico Irccs Ca' Granda di Milano con l'Ospedale Covid di Milano Fiera, ASST Monza con la Fondazione Centro di ricerca Tettamanti e con l'Università Milano-Bicocca, l'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e l'ULSS 8 Berica. A supportare i centri per l'analisi dei biomarcatori saranno l'Istituto Mario Negri di Milano e la Fondazione Centro di ricerca Tettamanti.

"L'innovazione della ricerca - spiega Massimo Dominici, direttore della Struttura Complessa di Oncologia dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e professore all'Università degli di Studi di Modena e Reggio Emilia - consiste anzitutto nel mettere in rete nello stesso protocollo cinque Cell Factory (laboratori autorizzati alla produzione di cellule per l'utilizzo nell'ambito di protocolli clinici sperimentali, ndr), che producono MSC autorizzate per l'impiego umano da fonti diverse. In quest'ottica, l'obiettivo dello studio, in quanto di fase I/IIa, è duplice. Il primo consiste nel verificare la fattibilità e la sicurezza dell'utilizzo delle MSC nel trattamento della polmonite da Sars-CoV-2 da parte delle unità cliniche coinvolte, ciascuna delle quali utilizzerà un tipo di sorgente diversa. Il secondo obiettivo consiste nel valutare e definire l'efficacia legata alla tipologia di cellule che verranno infuse e, possibilmente, il loro meccanismo d'azione".

Prosegue Dominici: "Nei modelli sperimentali di insufficienza respiratoria, le cellule stromali mesenchimali si sono rivelate in grado di spegnere l'infiammazione, di favorire la riparazione tissutale e, quindi, di ridurre la gravità della disfunzione polmonare. Diversi studi clinici, poi, hanno dimostrato la loro efficacia nel ridurre il danno polmonare e la mortalità anche nelle forme indotte da virus influenzali".

Il meccanismo con cui tali cellule agiscono non è ancora conosciuto. È stato però dimostrato come, dopo la loro somministrazione, nei pazienti si verifichi una riduzione della cosiddetta "tempesta citochinica" che determina il danno tissutale conseguente all'infezione da Sars-CoV-2. Lo studio sarà dunque utile per capire anche se e quali citochine dell'infiammazione (quali interleuchine, nella fattispecie) vengano ridotte a seguito dell'infusione delle cellule staminali. Comprendere il loro meccanismo d'azione consentirà anche di definire il loro utilizzo su amplissima scala, scegliendo tra una linea cellulare e un'altra, allo scopo di trattare anche altre patologie diverse dal Covid-19.

"Ad oggi non esiste ancora un trattamento farmacologico efficace per la cura dell'infezione e della polmonite da Covid-19", precisa Enrico Clini, Direttore della Struttura Complessa di Malattie dell'Apparato Respiratorio dell'Azienda Ospedaliero - Universitaria di Modena e professore all'Università di Modena e Reggio. "Nella maggior parte dei casi vengono utilizzati farmaci antivirali, anticoagulanti e/o antinfiammatori approvati dagli enti regolatori a seguito delle evidenze scientifiche, in aggiunta alla terapia di supporto respiratorio. Ma la letteratura ha dimostrato che le MSC possono essere in grado di agire nei confronti della sindrome da distress respiratorio, che è una delle conseguenze più letali delle infezioni da Sars-CoV-2".

Prosegue Clini: "Gli studi condotti fino ad oggi e pubblicati nel corso dell'epidemia cinese su vari pazienti affetti da Covid-19 in condizioni cliniche in rapido peggioramento hanno dimostrato l'assenza di reazioni allergiche, infezioni secondarie ed eventi avversi gravi o fatali legati all'infusione di MSC. Nel giro di due/quattro giorni è stato osservato un miglioramento dell'ossigenazione, un calo della proteina C-reattiva e dei livelli di molecole infiammatorie e un miglioramento del quadro clinico e radiologico".
Un recentissimo studio americano (Giacomo Lanzoni et al., Umbilical cord mesenchymal stem cells for COVID-19 acute respiratory distress syndrome: A double-blind, phase 1/2a, randomized controlled trial in: Stem Cells Transl Med, 5 gennaio 2021) ha confermato questi dati con risposte cliniche dopo infusioni di MSC da cordone ombelicale con un'efficacia pari al 90% rispetto al gruppo di controllo. Da segnalare, infine, che sono in corso oltre 70 studi clinici nei quali le MSC di diversa origine vengono testate nella polmonite da Covid-19.

A Verona Rachele Ciccocioppo, del Dipartimento di Medicina dell'AOU Integrata e professoressa di Gastroenterologia all'Università di Verona, conta una lunga esperienza nell'ambito dell'impiego delle MSC per il trattamento di diverse patologie quali la malattia di Crohn fistolizzante, la malattia celiaca refrattaria, l'enteropatia autoimmune dell'adulto e, in un caso, anche in un paziente Covid intubato. "Ad oggi, basandoci sugli studi che hanno utilizzato le MSC per altre patologie – precisa Ciccocioppo -, possiamo affermare che l'aspettativa sia quella di una riduzione dei tempi di degenza e di una diminuzione della dipendenza dall'ossigenazione e dal supporto della stessa. Ancora, un'altra ipotesi da verificare riguarderà il possibile effetto a lungo termine del danno causato dalla polmonite interstiziale, in particolare sulla fibrosi e la conseguente insufficienza respiratoria".
RESCAT è stato approvato come studio multicentrico, aperto, randomizzato, controllato che prevede due infusioni endovenose di MSC allogeni a distanza di 5 giorni l'una dall'altra in 60 pazienti (40 trattati e 20 come gruppo di controllo) affetti da polmonite severa da infezione da Sars-CoV-2 e ricoverati e seguiti presso le Covid Unit coinvolte (terapie intensive e semintensive).


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