Medicina e ricerca
Colonscopia virtuale, ecco perché è vantaggioso promuoverla
di Roberto Grassi (docente di Radiologia, Seconda Università di Napoli, presidente eletto Società Italiana Radiologia Medica)
Nel terzo millennio la radiologia è in continua e incalzante evoluzione. Si rendono disponibili nuove tecnologie, nuove metodiche, e l'informatica rende più performanti quelle consuete.
La colonscopia virtuale, o anche Colografia-TC (CTC), è tecnica diagnostica per lo studio del colon non invasiva, sicura, di facile esecuzione e meglio tollerata del clisma a doppio contrasto e della colonscopia convenzionale. Se la preparazione intestinale è adeguata e la distensione ottimale, l'esplorazione del colon è completa nel 100% dei casi. Dal punto di vista del paziente, i maggiori vantaggi della colonscopia virtuale includono la rapidità dell'esame, la scarsa invasività e la possibilità di effettuare una colonscopia immediatamente dopo l'esame, se viene identificato un polipo o una lesione neoplastica.
È bene chiarire che la colonscopia virtuale è una peculiare metodica condotta con apparecchiatura TC allo stato dell'arte, fornita di programmi dedicati di ricostruzione 3D, che non va confusa con la consueta indagine TC addome-pelvi con mezzo di contrasto endovena.
I due esami prevedono preparazione del paziente e indicazioni diverse
La seconda è indagine multitasking adatta a molteplici quesiti clinici, per esempio per addome acuto, infarto del colon, perforazione, e volvoli intestinali.
La colonscopia virtuale, invece, viene condotta su specifico quesito clinico e prevede una adeguata preparazione del paziente e distensione gassosa del colon, senza iniezione di mezzo di contrasto endovena.
La sue indicazioni principali sono una colonscopia incompleta, l'indisponibilità o intolleranza alla colonscopia classica, lo studio della malattia diverticolare e in questi casi essa risulta quindi un esame complementare alla colonscopia classica. È invece considerata alternativa alla colonscopia classica se prospettata a soggetti asintomatici a rischio medio come prevenzione secondaria del cancro del colon retto.
Rimangono indicazioni alla colonscopia classica la prevenzione secondaria del cancro del colon retto nei soggetti con familiarità, la sorveglianza dei pazienti sottoposti a polipectomia o resezione colica per cancro e la sorveglianza delle malattie infiammatorie croniche intestinali.
Restano alcune residuali indicazioni all'indagine radiologica del colon con clisma a doppio contrasto, quali, ad esempio, le malposizioni coliche e la malattia di Hirschsprung.
La corretta scelta dell'indagine a cui sottoporsi, nel groviglio di nuove apparecchiature e metodiche, resta appannaggio del medico radiologo, a cui rivolgersi per farsi indicare la più appropriata. Talora questa valutazione viene a mancare, ed è questa una della cause per un numero non congruo di prestazioni di diagnostica per immagini in Italia, pari ad oltre 1,5 esami per pazienti/anno, numero che la nostra società scientifica ritiene alto e da ricondurre ad un più ragionevole rapporto di una indagine in media per cittadino ad anno.
Questo alto valore non è solo dovuto alla insistenza con cui alcuni pazienti reclamano alcune prestazioni dal proprio medico di famiglia, spinti talora dall'ansia o da una propaganda di prestazioni sanitarie, senza poterne valutare l'utilità reale o meno di esse. Altre volte, purtroppo, l'incremento indiscriminato delle prestazioni offerte e rese sul territorio nasce proprio dalla struttura del SSN, che nel tentativo di apparire più virtuosa, tende banalmente ad incrementare le prestazioni offerte gratuitamente ai cittadini, indistintamente, offrendo così servizi a chi non ne ha un reale bisogno, addirittura ritardando l'accesso a pazienti che ne necessitano e che vedono allungarsi ingiustificatamente la propria lista di attesa.
Formazione continua
Al tempo stesso è in atto un assiduo e costante miglioramento della professionalità dei medici radiologi. Professionisti indispensabili nei reparti d'urgenza, dove occupano un ruolo di primo piano, nei reparti di elezione e sono punto di riferimento per i colleghi nella scelta dell'iter diagnostico e di grande ausilio nella valutazione della risposta terapeutica, sul territorio nei servizi ambulatoriali, dove rappresentano spesso il primo passo verso la definizione della diagnosi.
La SIRM, la società di radiologia medica e interventistica, unica società scientifica di riferimento del settore, fondata oltre 100 anni fa, offre ogni settimana un corso di aggiornamento ai medici radiologi presso la propria sede di formazione ed aggiornamento professionale del Cardello, in Roma. Questo grande sforzo organizzativo ed economico ha consentito di avere oltre 10mila radiologi che scelgono, conducono e refertano indagini di diagnostica per immagini, passando indifferentemente da una TC a una RM o a un’ecografia, scegliendo, senza condizionamenti, quale sia la più opportuna nel singolo caso clinico.
La colonscopia virtuale in pillole
Che cos'è la colonscopia virtuale?
È una modalità di imaging radiologico che consente di esplorare il lume del colon in modo simile ad una colonscopia tradizionale, senza che però venga utilizzata alcuna sonda endoscopica. In questo modo l'esame è molto poco invasivo, scarsamente indaginoso e solo lievemente fastidioso per il paziente.
Che vantaggi ha rispetto ad altre tecniche di studio del colon?
Prima di tutto non richiede una preparazione completa, nel senso che non è necessario che il paziente assuma tutti quei lassativi e purganti necessari per la colonscopia tradizionale e neppure indispensabile una dieta nei tre giorni prima dell'esame. Infatti le feci possono rimanere all'interno dell'intestino perché vengono “marcate” con un prodotto che si somministra per via orale. Inoltre, è una metodica poco invasiva, che non richiede sedazione; il discomfort è ridotto e subito dopo l'esame il paziente può tornare alla sua normale attività quotidiana.
Come viene effettuata?
Si distende il colon per insufflazione con aria attraverso un sottile catetere di gomma e poi si procede con una doppia scansione TAC in posizione supina e prona, della durata complessiva, sulle moderne apparecchiature volumetriche. Le immagini vengono poi rielaborate con software molto sofisticati che permettono al radiologo di avere una visione panoramica interna del lume colico, la stessa che l'endoscopista osserva direttamente con la colonscopia. L'intera indagine dura meno di mezz’ora.
È sicura?
Per quanto riguarda l'esposizione alle radiazioni, la dose a cui ci si espone con la colonscopia virtuale è bassissima. Anche in questo caso ci viene a supporto la nuova tecnologia, che abbatte ulteriormente in modo drastico la dose di radiazioni che è nettamente inferiore rispetto al fondo naturale di radiazioni. Quindi l'impatto delle radiazioni è minimo, soprattutto se si considera che lo screening del colon va fatto ogni 5 anni. La colonscopia virtuale è poi più sicura rispetto a quella tradizionale per quanto riguarda il rischio di perforazione del colon.
Chi si dovrebbe sottoporre alla colonscopia virtuale?
L'esame è indicato in tutti i casi di colonscopia tradizionale incompleta, cioè nei casi nei quali l'esplorazione del colon sia stata parziale; quale alternativa alla colonscopia tradizionale in pazienti anziani e in condizioni di salute precarie; per lo studio della malattia diverticolare. Per la prevenzione del cancro colo-rettale, possono sottoporsi alla colonscopia virtuale, in alternativa alla colonscopia tradizionale, tutti i soggetti asintomatici a rischio medio (cioè senza storia familiare di neoplasia del colon), uomini e donne, dai 50 anni in poi. I soggetti che hanno parenti di primo grado con un cancro o un adenoma del colon rientrano invece in una categoria di rischio più alta. In questi casi è consigliata in prima istanza la colonscopia tradizionale e solo nel caso in cui quest'esame non sia possibile, si può consigliare lo studio con colonscopia virtuale.
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