Medicina e ricerca
Tumore al seno, le terapie che verranno
di Michelino De Laurentiis, direttore di Oncologia medica senologica della Fondazione Pascale di Napoli.
Contrariamente a quanto si può pensare, il tumore della mammella è un gruppo numeroso di malattie, molto diverse tra loro, e in cui si distinguono almeno quattro sottotipi principali: Luminal-A, Luminal-B, Her2+, e triplo-negativi. Inoltre, alcuni di questi tumori, una minoranza, sono ereditari, perché legati a un'alterazione genetica nota come mutazione dei geni BRCA.
Al congresso americano di oncologia (Asco) il principale, con quello europeo (Esmo), per numero di partecipanti e per qualità dei lavori presentati, vi sono sempre le principali novità, quelle destinate a lasciare un segno reale nella cura delle pazienti. È in questi contesti che si passa dalla teoria alla pratica. Novità che possiamo dividere in due tipi: quelle per i tumori in fase precoce, cioè appena operati, e quelle per i tumori che si sono già diffusi in altri organi provocando le cosiddette metastasi.
Nella prima categoria, dati interessanti per i tumori HER2+ operati vengono dallo studio Aphinity. Questo studio indica che aggiungendo un secondo anticorpo al trattamento base con trastuzumab, che già usiamo dal 2006, è possibile migliorare ulteriormente le percentuali di guarigione nei tumori che sembrano a rischio più alto. È un piccolo, ma ulteriore passo verso il fatidico obbiettivo del 100% di guarigioni, visto che a quattro anni il 92,3% delle pazienti che avevano ricevuto il pertuzumab nello studio Aphinity sono risultate libere da malattia, cioè, perfettamente sane.
Nella seconda categoria le novità sono ancora più numerose. Innanzitutto un'importante conferma per gli Inibitori di CDK4/6, comunemente, ma impropriamente, noti come “inibitori delle cicline”.
Vari studi (Monaleesa, Monarch e Paloma) confermano il ruolo fondamentale di questa classe di farmaci, che è già disponibile da qualche mese in Italia, nella terapia dei tumori mammari tipo «Luminal» (cioè sensibili agli ormoni) supportando il concetto che questi farmaci siano oramai imprescindibili per la maggior parte delle pazienti con tumori Luminal metastatici.
Interessanti dati arrivano anche dallo studio OlympiaD per i tumori ereditari legati a mutazioni dei geni BRCA: l'Olaparib, un farmaco già utilizzato per il tumore dell'ovaio, è risultato più efficace di alcuni tipi di chemioterapia nel tumore mammario di persone portatrici di mutazioni ai geni BRCA. L'Olaparib appartiene a una classe di farmaci nota come «inibitori di PARP» e non ancora in uso nei tumori della mammella. I risultati dello studio OlympiaD aprono, quindi, nuove possibilità terapeutiche che, ci si augura, siano presto disponibili per le pazienti.
Primi dati davvero incoraggianti anche per l'Immunoterapia, che nel tumore al seno non è ancora riuscita a sfondare, a differenza di altri tumori. Tuttavia nello studio Keynote-086 si osservano segnali preliminari per i tumori mammari Triplo-negativi con il farmaco Pembrolizumab: si tratta, per ora, di segnali, ma che fanno ben sperare per il futuro.
In corso poi vi sono nuovi studi particolarmente interessanti proprio per il tumore al seno. E questa è già, di per sé, una buona notizia.
Tumori in fase precoce
Per quanto riguarda i tumori in Fase precoce sono appena partiti a livello mondiale studi che prevedono la somministrazione di CDK/4/6 come terapia adiuvante, cioè dopo l'intervento al seno nei tumori di tipo Luminal (cioè responsivi agli ormoni). Visti gli interessantissimi risultati ottenuti in fase metastatica, questi studi – attivi presso i principali centri di eccellenza italiani – appaiono estremamente promettenti per migliorare le percentuali di guarigione.
Nuovi importanti studi in corso anche nei tumori Triplo-negativi che prevedono la somministrazione di farmaci immunoterapici, prima o dopo l'intervento al seno. Anche questi sono disponibili presso selezionati centri di eccellenza italiani.
Sempre nei tumori triplo-negativi è in fase di attivazione uno studio mondiale con un vaccino terapeutico che partirà nella prima metà del prossimo anno (disponibile presso il Pascale di Napoli). Infine, per i pazienti portatori di mutazione ereditaria dei geni BRCA, è in corso uno studio (Olympia) che prevede la somministrazione dell'inibitore di PARP olaparib. Anche questo studio è attivo presso selezionati centri in Italia.
Tumori metastatici
Nei tumori metastatici è in corso il Compleement, il più grande studio mondiale (circa 3.300 pazienti) con un inibitore di CDK4/6 (Ribociclib), che ha lo scopo di caratterizzare con maggiore precisione l'efficacia e la tollerabilità di questi farmaci, per essere sicuri di somministrare a ogni paziente la cura più indicata. Lo studio, appena partito in tutto il mondo, vede l'Italia assoluta protagonista con una vasta partecipazione: più di 90 centri oncologici coinvolti, e che ho l'onore di coordinare scientificamente.
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