Medicina e ricerca

«Il social freezing aiuta la maternità e riduce i costi»

di Pasquale Bilotta (direttore scientifico Alma Res)

Il congelamento degli ovociti a proprio beneficio futuro (Social Freezing nei paesi anglosassoni) è una recente applicazione della medicina della riproduzione che, già affermata all'estero, inizia ad essere conosciuta e richiesta anche dalle donne italiane. Queste ultime, con sempre maggiore frequenza, manifestano la volontà di preservare la propria fertilità e programmare più avanti nel tempo la nascita di un figlio, garantendosi le percentuali di successo legate alla giovane età.
Come avviene per tutte le innovazioni scientifiche che riguardano il campo della riproduzione, anche il Social Freezing ha suscitato, soprattutto in Italia, dibattiti e polemiche sulla opportunità o meno di ricorrere ad una procedura medica al “solo” scopo di preservare la propria fertilità.
Questa tecnica di fecondazione assistita è, infatti, una risorsa a cui le donne possono ricorrere sia per motivi prettamente medici sia per questioni sociali, legate allo stile di vita: quando, ad esempio, non ci si può permettere di interrompere la propria attività lavorativa o non si ha una relazione stabile o un partner idoneo alla paternità.
Chiaramente, il ricorso al Social Freezing risulta prezioso anche e soprattutto nel caso di problematiche di salute che pregiudichino la preservazione della fertilità. È il caso di terapie e interventi demolitivi sulle ovaie che incideranno irreversibilmente sulla capacità riproduttiva, della rilevazione di valori sotto la norma dell'ormone anti-mulleriano (che esprime la riserva ovarica indice della fertilità residua), di casi di menopausa precoce in famiglia, problematiche di salute generale o patologie tumorali.
La scienza ci permette, oggi, di congelare (vitrificare) gli ovociti femminili, per utilizzarli successivamente, a qualsiasi età, garantendo una percentuale di gravidanza pari a quella in essere al momento del congelamento. Se una donna congela i propri ovociti a 35 anni e deciderà di utilizzarli quando ne ha 40, la percentuale di gravidanza sarà pari a quella che avrebbe avuto all'epoca del congelamento (35 anni). Quindi, con una percentuale di successo stimabile del 50%. Numerosi studi scientifici internazionali hanno valutato migliaia di casi trattati e hanno documentato l'assoluta sicurezza della procedura e dei risultati, anche a distanza di tempo.
Il programma si declina come una classica tecnica di fecondazione assistita, in completo regime di day surgery. Dopo un primo colloquio informativo e di controllo, sono prescritti gli esami diagnostici ed infettivologici di legge, quindi si procede ad una valutazione del profilo ormonale della donna. Attraverso l'ecografia trans vaginale, viene eseguita una conta dei follicoli antrali e la misurazione della volumetria ovarica. Si stabilisce, dunque, un protocollo di stimolazione ormonale, con l'obiettivo di portare a maturazione un adeguato numero di follicoli, tali da recuperare un congruo numero di ovociti maturi che verranno vitrificati in azoto liquido (-196° C) e conservati presso la banca del centro. Tutti i trattamenti – dal prelievo degli ovociti al trasferimento degli embrioni in utero ottenuti dalla fertilizzazione degli ovociti vitrificati – sono praticamente indolori, essendo il prelievo effettuato in sedazione generale e alla presenza di anestesisti dedicati.
L'eventualità di una futura gravidanza mediante gli ovociti crioconservati dipenderà dal numero e dalla qualità degli ovociti recuperati. Generalmente, questi fattori sono correlati all'età della donna e alla sua riserva ovarica al momento della raccolta, per questa ragione è opportuno ricorrere al Social Freezing in giovane età.
Credo che chi si occupa di procreazione medicalmente assistita debba essere orientato ad una sintesi, difficile ma necessaria, tra ricerca, innovazione e attenzione nei confronti delle esigenze terapeutiche ed esistenziali delle pazienti. Non a caso, in Alma Res abbiamo realizzato la prima fecondazione eterologa in Italia, in seguito al pronunciamento della Corte Costituzionale che, nel 2014, ha introdotto nel nostro Paese questo tipo di tecnica.
Presso Alma Res, il numero di donne che ricorre a questa tecnica è in costante aumento. Già 24 sono i casi effettuati nei primi mesi dell'anno, anche grazie ad una politica di sensibilizzazione che abbiamo attuato negli ultimi tempi e su cui sarebbe opportuno venissero sviluppati programmi istituzionali dedicati. Penso, nello specifico, al ruolo che potrebbero giocare campagne di informazione e divulgazione ad opera del Ministero della Salute, nel consolidare presso le donne una più compiuta consapevolezza circa le opzioni che l'innovazione scientifica rende oggi disponibili.
Senza dimenticare il concetto basilare di prevenzione, desidero sottolineare l'aspetto innanzitutto economico, oltre che sociale, della opportunità di ricorrere a questa procedura. Una donna che decidesse, come sempre più spesso accade, di concepire dopo i quarant'anni andrà inevitabilmente incontro a ritardi e fallimenti, con inevitabili costi economici sia per sé sia per il Sistema sanitario nazionale. Senza considerare l'impatto psicologico ed emotivo, spesso devastante, che una ricerca di gravidanza con fallimenti comporta.
Ritengo, quindi, che concedere questa procedura – anche attraverso il Ssn– rappresenti una illuminata visione della vicinanza e della convenienza che lo Stato deve riservare ai propri cittadini, superando gli oscurantismi e gli integralismi di una piccola parte della società.


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