Medicina e ricerca

Chirurgia plastica rigenerativa, le biotecnologie nella rinoplastica

di Valerio Cervelli (direttore cattedra di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, Università degli Studi di Roma Tor Vergata)

Un esempio di Chirurgia Plastica Rigenerativa è l'utilizzo di biotecnologie nella rinoplastica, che costituiscono un valido e innovativo supporto alle tecniche tradizionalmente utilizzate per la chirurgia nasale. Sono recentissime, novembre 2016, le due pubblicazioni scientifiche che ho pubblicato insieme al dott. Gentile, dottore di ricerca in Chirurgia Rigenerativa, dell'Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, comparse su Journal of Regenerative Medicine e Plastic and Recostructive Surgery Global Open, due riviste internazionali, nelle quali sono riportati i risultati preliminari clinico-strumentali e laboratoristici, dell'impiego del Plasma Ricco di Piastrine (PRP) in combinazione con Micro-innesti di condrociti ottenuti dal setto nasale dello stesso paziente nel trattamento di deficit della cartilagine alare nasale e nella Pinch Nose deformity (deformità a naso pinzato).

Nel rispetto delle normative vigenti, e del Dm 2 novembre 2015, il paziente fa un prelievo di sangue da un accesso venoso periferico, con autorizzazione del servizio trasfusionale, utile a preparare il suo PRP. Tale prelievo, potrà costituire un utile scaffold in forma di di membrana, da utilizzare in combinazione con micro-innesti di condrociti derivati dalla cartilagine del setto nasale, con procedura di centrifugazione meccanica, per correggere deficit cartilaginei e dei tessuti molli nelle varie aree nasali, che il più delle volte possono costituire una problematica di difficile risoluzione con le metodiche convenzionali a disposizione, specialmente su nasi pluri-operati in cui non è disponibile cartilagine sana per innesti tradizionali.

I pazienti trattati, coinvolti nello studio, sono stati sottoposti a controlli clinici e radiologici serrati, questi ultimi rappresentati da valutazioni condotte con TC 3D, al fine di voler documentare scientificamente i risultati ottenuti.
Un'altra delle novità di questo interessante studio è stata quella di documentare la presenza di condrociti in una sospensione ottenuta da una semplice centrifugazione meccanica, senza alcun tipo di digestione enzimatica, partendo un piccolo frammento di cartilagine prelevato dal setto nasale dello stesso paziente.

L'obiettivo dell'impiego di queste biotecnologie nell'ambito della Chirurgia Plastica Rigenerativa è quello di validare scientificamente nuove tecniche medico-chirurgiche che mirino a rigenerare e non più a sostituire tessuti danneggiati al fine di restituirne funzione e integrità. Tutto con relativa poca invasività di approccio; consentendo al paziente di avere un decorso post-operatorio. Gli occhi del mondo scientifico guardano con interesse a queste soluzioni: una volta perfezionate, questa e altre tecniche, permetteranno di ovviare a grandi problemi non solo di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica ma anche di altre branche con la possibilità di riparare tessuti utilizzando le proprie cellule.

Tutto ciò è stato documentato da studi laboratoristici condotti con la preziosa collaborazione della cattedra di Anatomia Patologica della stessa Università. È attualmente in corso a Roma l' Congresso Internazionale di Chirurgia Plastica Rigenerativa, che ho presieduto, in cui verranno presentati gli studi pubblicati.


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