Medicina e ricerca
Cardiologia, Romeo (Sic): «Serve un migliore accesso per i Nuovi anticoagulanti orali»
di Francesco Romeo (presidente Sic – Società Italiana di Cardiologia)
Negli ultimi anni lo sviluppo di farmaci innovativi è diventato un elemento di fondamentale importanza per i Sistemi sanitari. I nuovi farmaci hanno introdotto benefici rilevanti per i pazienti, consentendo un miglioramento in termini di adeguatezza, efficienza e qualità del trattamento. Efficacia e sicurezza sono, infatti, requisiti imprescindibili e indispensabili per la tutela del paziente e sempre più richiesti dal paziente stesso, che oggi ha una maggiore consapevolezza del diritto alla salute.
La garanzia di accesso della popolazione alle migliori cure disponibili rappresenta una sfida in cui l'elemento determinante è rappresentato dalla sostenibilità della spesa per il Sistema sanitario. Non possiamo, infatti, dimenticarci che ci muoviamo in una situazione economicamente complessa, che richiede una sempre maggiore attenzione all'utilizzo appropriato delle risorse che abbiamo a disposizione. È quindi necessario che tutti i soggetti coinvolti nei processi decisionali siano messi nelle condizioni di conoscerne le potenzialità dei trattamenti, soprattutto se parliamo di farmaci innovativi, i punti di forza e di debolezza delle diverse opzioni, al fine di poter valutare i benefici e stabilire il rapporto costo-efficacia.
I Nao – Nuovi anticoagulanti orali possono rappresentare un caso emblematico e sono stati oggetto di una Tavola Rotonda svoltasi recentemente a Milano dal titolo: «I Nao oggi: sostenibilità economica, accesso alla terapia e gestione del paziente». Si tratta di farmaci indicati nella prevenzione dell'ictus in pazienti affetti da Fibrillazione atriale e sono tra i rimedi terapeutici più importanti dell'ultimo decennio.
Complessivamente, come effetto di classe, hanno dimostrato un'efficacia non inferiore rispetto al warfarin nella riduzione degli eventi tromboembolici e, allo stesso tempo, sono risultati sicuri, registrando una riduzione statisticamente significativa delle emorragie fatali, in particolare quelle intracraniche.
Da quando questa nuova categoria farmacologica è entrata nella pratica clinica, ormai sei anni fa, la sua efficacia e sicurezza è stata ampiamente documentata e dimostrata da tutti gli studi di registro e di sorveglianza. Ormai, in letteratura ci sono evidenze molto importanti e significative.
Ma una volta che si è verificato il valore di una terapia farmacologica innovativa è altrettanto importante creare le condizioni affinchè i pazienti possano accedere, in tutto il Paese, in modo uniforme al trattamento, cosa che non sta avvenendo per i Nuovi Anticoagulanti Orali. Ci sono, infatti, ancora troppe limitazioni che stanno ritardando l'introduzione di questa terapia.
Per risolvere questo problema sarebbe necessario poter istituire una “regia nazionale” che dia indicazioni precise e omogenee su tutto il territorio, evitando disomogeneità a livello regionale nei meccanismi di accesso a queste cure.
Per questo motivo dovrebbero essere istituiti percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali (Pdta) standard in grado di individuare tutti i pazienti che possono ricevere un vantaggio da un trattamento anticoagulante con i Nao.
La cura del paziente con Fibrillazione atriale comporta un iter piuttosto complesso, che deve considerare gli aspetti di prevenzione, diagnosi, terapia farmacologica ed eventualmente interventistica, presa in carico del paziente e percorsi riabilitativi.
Questo implica il coinvolgimento di diverse figure professionali, che dovrebbe garantire al paziente la migliore qualità della cura. È necessario e possibile identificare una o più modalità d'azione e intervenire per gestire al meglio la patologia, ridurre il numero di ictus, il tasso di mortalità, e di disabilità. Ciò è possibile attraverso l'analisi dei contesti sanitari in cui ci si trova ad operare, correlando le principali variabili epidemiologiche, cliniche, organizzative ed economiche, mettendo in evidenza le leve di miglioramento.
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