Medicina e ricerca
Istituto nazionale tumori: nel 2015 oltre 25mila pazienti in nuovi protocolli studio
«Nel 2015 sono stati 590 gli studi clinici portati avanti all'Istituto nazionale tumori di Milano: 376 sono classificabili come studi su nuovi farmaci e nuove tecnologie sanitarie, e rappresentano l’emblema della nostra missione, ossia la ricerca traslazionale. Queste ricerche, infatti, hanno consentito a più di 25mila pazienti di essere inseriti in protocolli di cura all’interno dei quali, accanto alla migliore terapia possibile, è offerta anche l'opportunità di accedere a farmaci e procedure innovative».
È il quadro delineato oggi dal direttore scientifico dell'Int Giovanni Apolone, nella Giornata della ricerca 2016 celebrata all'Irccs di via Venezian. «Il numero di pubblicazioni scientifiche è cresciuto notevolmente anno su anno - sottolinea Apolone illustrando i contenuti dello Scientific Report relativo all'attività del 2015 - nel 2015 sono state 667, con un Impact Factor complessivo di 3.876». Quest'anno in occasione della Giornata, oltre all'evento aperto al pubblico in Aula Bonadonna, nell'atrio dell'Istituto è stato allestito un Festival della ricerca, con stand espositivi e poster sui nuovi studi, illustrati dai giovani ricercatori. «L'Int - dichiara il presidente Enzo Lucchini - rappresenta un grande patrimonio umano, culturale, scientifico e tecnologico per la Lombardia, per l'Italia e anche per l'Europa. È un centro oncologico internazionale, certificato come “Comprehensive Cancer Center” dall'Organization of European Cancer Institutes (Oeci)»
Clinical Trials Center grazie al 5 per mille
Durante la Giornata della Ricerca, sono stati presentati alcuni progetti specifici, finanziati anche grazie al 5 per mille devoluto lo scorso anno all'Istituto Nazionale dei Tumori. In primis il Clinical Trials Center dell'Istituto, presentato dalla coordinatrice, Valentina Sinno: questa struttura fornisce ai ricercatori un supporto nel disegno e nella gestione degli studi clinici, nel rispetto delle buone pratiche cliniche (Gcp) e degli elevati standard qualitativi richiesti dalle autorità indipendenti. Un lavoro complesso e articolato che ha l'obiettivo di portare il piu' rapidamente possibile i risultati della ricerca e le nuove terapie al letto del malato. Attenzione particolare è dedicata agli studi di Fase I, illustrati da Sara Cresta della Struttura Complessa di Oncologia Medica 1, per il trattamento di tumori solidi che non dispongono di valide alternative terapeutiche: in questi casi, in particolare, ci sia avvale di farmaci a bersaglio molecolare e di valutazioni traslazionali. Con il suo Clinical Trials Center, infine, l'Int è centro di riferimento per studi di Fase I anche in ambito pediatrico, come ha spiegato Michela Casanova della Struttura Complessa di Pediatria Oncologica. Tra gli studi di particolare rilievo scientifico realizzati nel 2015, sono state presentate da Paolo Gandellini, della Struttura Complessa di Farmacologia Molecolare, e da Carlo Resteghini, della Struttura Complessa di Oncologia Medica, due ricerche sul ruolo del microambiente tumorale,riguardantil'interazione tra le cellule tumorali e quelle sane che le circondano. In quest'ambito, in Istituto sono state individuate interessanti applicazioni diagnostiche e terapeutiche nel tumore della prostata e nei tumori testa-collo. Infine, Valentina Appierto, della Struttura Complessa Biomarcatori, e Matteo Dugo, ricercatore del Dipartimento di Oncologia Sperimentale, hanno presentato gli ultimi progressi della ricerca Int nel campo delle alte tecnologie e della medicina di precisione. In questo campo, in particolare, l'Int applica le nuove tecnologie di sequenziamento (Ngs) sia in ambito sperimentale sia in ambito diagnostico, continua l'Int.
Uno studio condotto da Matteo Dugo ha consentito l'identificazione di sottotipi di melanoma caratterizzati da una diversa suscettibilità all'inibizione del gene Braf. I risultati dello studio condotto dalla Valentina Appierto hanno invece dimostrato che, in pazienti con tumore mammario anche di piccole dimensioni, il monitoraggio nel sangue di mutazioni tumore-specifiche, durante il follow-up post-operatorio, puo' anticipare eventuali riprese di malattia.
Premiazione di quattro giovani ricercatori
«Il premio vuole valorizzare il lavoro di tanti giovani che contribuiscono all'avanzamento degli studi contro il cancro», ha evidenziato il Direttore Scientifico, Giovanni Apolone. Il premio e' stato assegnato a Maria Chiara Anania, per aver individuato elementi di vulnerabilita' delle cellule tumorali tiroidee che potranno identificare nuove strategie terapeutiche per i tumori della tiroide; a Mattia Boeri per lo studio dei microRNA e la messa a punto di un test molecolare che misura 24 microRNA circolanti nel sangue come valore prognostico per monitorare e valutare il rischio individuale di sviluppare il tumore al polmone nella forma più aggressiva, anticipando lo screening con Tac-spirale. Ad Alberto Mussetti, che ha studiato una innovativa tecnica di profilassi anti rigetto dell'ospite nei trapianti di cellule staminali nel contesto delle malattie oncoematologiche: la tecnica consiste nella somministrazione di ciclofosfamide ad alte dosi post trapianto (PT-Cy) per pazienti con donatore solo parzialmente identico, e garantisce risultati sovrapponibili a quelli che si ottengono con un trapianto da donatore compatibile, con una miglior prevenzione di Gvhd cronica. Infine ad Alice Rigoni,che con i suoi studi su modelli murini ha identificato un duplice ruolo dei Mast Cell nei confronti della cellula, danneggiata o trasformata, con la quale si interfacciano: nell'uomo, in diversi tipi di patologie intestinali, la dottoressa Rigoni ha mostrato che i MC sono in grado di favorire la rigenerazione tissutale attenuando l'infiammazione, oppure, al contrario, di interagire con l'epitelio trasformato in senso neoplastico, favorendo lo sviluppo del tumore stesso.
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