Medicina e ricerca
L’Istituto nazionali tumori sperimenta Tomobiopsy, mammografia e biopsia in 7 minuti
In sette minuti è possibile sottoporsi a mammografia e contestualmente a esame bioptico. E’ la nuova scommessa lanciata dall’Istituto nazionale dei tumori (Int), centro di eccellenza per la diagnosi e la cura del cancro, che punta sulla minima invasività e una diagnosi sempre più accurata.
L’intervento è possibile, in via sperimentale per sei mesi, grazie a Tomobiopsy, un nuovo metodo di indagine bioptica che si basa sull’utilizzo della tomosintesi, un sistema di stratificazione dell'immagine senologica in 30-40 sezioni che garantisce una sensibilità e specificità aumentata e una diagnosi sempre più precisa ed accurata.
«La tomobiopsy è indicata a tutte le pazienti che, dopo aver fatto una mammografia, devono sottoporti a una agobiopsia stereotassica - spiega Gianfranco Scaperrotta, responsabile dell’Unità semplice di diagnostica senologica dell’Int -. La paziente esegue l'esame distesa su un lettino, non seduta, e la procedura rispetto al solito si svolge in tempi ridotti. Inoltre questa nuova tecnologia, non ancora commercializzata e in sperimentazione all'Istituto dei Tumori e in altri due centri in Europa in questi mesi, è più precisa e permette di individuare le lesioni in modo più accurato, consentendoci inoltre una riduzione consistente della dose radiografica». La tecnologia tomosintesi, prosegue Scaperrotta, permette di individuare «microcalcificazioni e lesioni di 2-3 millimetri, quindi di scoprire il tumore in una fase pre-clinica, mentre si sta formando».
In questi mesi l’Int, tra i primi ospedali in Italia, sta testando anche un sistema di ecografia della mammella automatizzato: questo esame non necessita infatti della presenza di un medico in sala, ma di un tecnico che acquisisce le immagini, che verranno visionate in un secondo momento dallo specialista. «In questo modo - approfondisce Scaperrotta -, si potrebbero fare molti più esami durante una giornata, con una potenziale ricaduta positiva sulle liste di attesa».
All'Istituto nazionale dei tumori, dove ogni anno vengono eseguite 15 mila mammografie e, in media, 1500 biopsie, partirà a breve anche uno studio - ora sottoposto al consenso del comitato etico - per l'utilizzo del mezzo di contrasto nella mammografia in tomosintesi.
«Si tratta di uno studio blindato - conclude Scaperrotta - che si svolgerà con il consenso approvato della paziente. L’obiettivo è riuscire meglio a capire come è composto, in termini di caratteristiche biologiche, il tumore mammario in base alla risposta al liquido di contrasto».
© RIPRODUZIONE RISERVATA