Medicina e ricerca
Ipertensione, una «app» sull’acido urico aiuta a valutare il rischio e informa il paziente
di Lucilla Vazza
24 Esclusivo per Sanità24
Da oggi potrebbe bastare una semplice app per capire se siamo a rischio iper-uricemia. Cioè se l’acido urico nel nostro sangue è troppo alto o, comunque presenta valori che devono far scattare il campanello d’allarme. L’idea è venuta alla Siia, la Società italiana per l’ipertensione arteriosa. Perché il valore dell’acido urico è una sentinella di problematiche che possono diventare importanti. E lo è particolarmente se connessa ai problemi di ipertensione. La app non solo è in grado di guidare il “paziente” (rigorosamente tra virgolette) nella compilazione di una sorta di diario dell’uricemia, ma fornisce utili indicazioni scientifiche. Spiega che cos’è l’acido urico e i motivi dell’accumulazione dei tipici cristalli di urato che vanno a creare depositi nelle articolazioni e, con meno frequenza, nei tessuti molli.
Lo strumento sarà presentato oggi a Bologna nel corso del 32° Congresso nazionale della Siia (Società italiana ipertensione arteriosa). La app è da oggi disponibile gratuitamente. Si può scaricare dal portale Siia (www.siia.it) e dai digital market delle piattaforme android e iphone.
I medici associano l’iperuricemia all’ipertensione e consigliano di tenere sotto controllo i valori perché un livello eccessivo determina danni al cuore, ai reni, al metabolismo e al sistema articolare. Per questo la app è diretta soprattutto a chi già soffre di ipertensione. Rispondendo a semplicissime domande si potrà procedere a un’autovalutazione del rischio. Ma spiega la Siia per bocca del presidente Claudio Borghi: «Vietato illudersi che si possa fare da sé e bypassare il parere del medico, però è importante spingere le persone verso una conoscenza maggiore di un problema che porta con sé innumerevoli conseguenze. Tutte negative e tutte ad alto rischio». Controllare questi valori porta notevoli risparmi alla sanità pubblica. Oggi le malattie cardiovascolari rappresentano il primo fattore di mortalità e la prima voce di spesa di salute pubblica. E dunque se l’app può aiutare ben venga.
Del resto, lo strumento funziona ed è semplice per gli utenti. E gli esperti della Siia ci credono a tal punto da averne messo a punto la prima già un anno fa per il controllo della pressione arteriosa. «Siamo stati i primi in Italia a dare consistenza scientifica a un'applicazione per i telefonini e abbiamo avuto riscontri positivi dai pazienti ma anche dai loro medici curanti», precisa Borghi. Del resto, se la sanità digitale, come ha spiegato una recentissima rilevazione del Politecnico di Milano, rimane una sconosciuta per gli italiani, le app per il benessere e la salute vanno forte. Con il rischio che non siano messe a punto da staff medico qualificato, ma piuttosto da “geni” del marketing in grado di intercettare bisogni di mercato più che di salute. L’acido urico è presente normalmente nel nostro corpo, ma per fattori ambientali, genetici e a causa dell’alimentazione troppo ricca crea danni ingenti. Una volta di gotta, causata proprio dall’acido urico, si ammalavano solo i più ricchi. L’esempio più famoso è quello di Enrico VIII, dal carattere irascibile e violento. Oggi mangiamo tutti un po’ troppo e un po’ male e se può servire una app a guidarci verso il cambiamento, evviva le app!
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