Medicina e ricerca
Malaria: i nodi prevenzione, diagnosi e trattamento
di Barbara Gobbi
Si celebra il 25 aprile come ogni anno la Giornata mondiale contro la malaria. E malgrado i progressi consistenti degli ultimi 15 anni, l’Oms continua a registrare mezzo milioni di morti l’anno per una malattia infettiva che sarebbe altamente prevenibile. Tanto che il tema di quest’anno lanciato dalla partnership Roll Back Malaria - “Investiamo nel futuro. Sconfiggiamo la malaria” - dà conto della necessità di un giro di vite sostanzioso in grado di aggredire con strategie efficaci la patologia.
Non siamo all’anno zero ma l’ampia diffusione, la scarsa disponibilità di strumenti diagnostici e di trattamenti adeguati, impongono di serrare le fila: basti pensare che almeno tre quarti delle morti per malaria avvengono nei bambini al di sotto dei cinque anni mentre nel 2013 solo un bimbo affetto da malaria su cinque, in Africa, veniva curato in modo adeguato. Ancora, secondo il report 2014, 15 milioni di donne in gravidanza non ricevono una singola dose dei farmaci raccomandati a fini preventivi e circa 278 milioni di africani ancora dormono senza la protezione delle zanzariere.
Le linee guida per il trattamento. Le recentissime raccomandazioni pubblicate dall’Oms sui trattamenti preventivi per neonati, bambini e donne in gravidanza (v. documento allegato) mirano proprio ad aggredire la malattia. Per i casi senza complicanze, si raccomanda l’uso di terapie combinate a base di artemisina (Act). Su questo fronte si è lavorato bene, tanto che 392 milioni di dosi sono arrivate nei Paesi a malaria endemica nel 2013, a fronte degli appena 11 milioni del 2005. Ciò detto, soprattutto nelle realtà più povere anche i farmaci Act stentano ad arrivare.
L’Oms raccomanda poi il test diagnostico per tutti i casi sospetti. Al 2013 sono stati effettuati 319 milioni di test rapidi, ma a dispetto dei progressi farri circ ail 40% delle persone con sospetta malaria non vengono sottoposte a test in Africa.
La strategia 2016-2030. Il documento, che sarà all’ordine del giorno dell’Assemblea mondiale Oms nel mese di maggio, mette in fila una serie di obiettivi per ridurre del 40% entro il 2020 la diffusione della malattia, che dovrebbe essere sconfitta al 90% nel decennio successivo. Altro target, eradicare la malaria in almeno altri 35 Paesi nel 2030.
Fino a oggi una serie di strategie condivise hanno portato a sensibili progressi in diversi paesi dell’Africa (dall’Angola alla Namibia al Mozambico allo Zambia), in America centrale e nel Sud-Est asiatico. Ma «serve un colpo di reni - spiega il direttore del Programma globale Oms sulla malaria, Pedro Alonso -: se puntiamo all’eliminazioni abbiamo bisogno di un pieno coinvolgimento politico e di finanziamenti consistenti, così come di nuovi strumenti per contrastare il problema della resistenza ai farmaci».
L’appello delle Ong. «Dal 2000 le morti di bambini dovute alla malaria sono diminuite del 40%, ma i bambini sotto i 5 anni rappresentano ancora il 78% delle morti globali dovute a questa malattia. Oltre 1.200 bambini muoiono ogni giorno per la malaria, cioè circa 50 ogni ora. Nel 2013 circa 584.000 persone nel mondo sono morte a causa della malaria, di cui il 90% in Africa». A ricordare i numeri della malattia trasmessa attraverso le punture di zanzare infette è Giacomo Guerrera, presidente di Unicef Italia.
«In Africa - prosegue Guglielmo Micucci, direttore Italia di Amref Health Africa - ogni settimana si registrano oltre 8 mila decessi, un numero poco inferiore ai morti causati in totale dall'ultima epidemia di Ebola». In prima linea anche Medici senza frontiere: solo in Sierra Leone, uno dei paesi con la più alta incidenza della malaria al mondo, Msf ha effettuato la più grande distribuzione di massa di antimalarici, insieme al ministero della Salute: 1,8 milioni di trattamenti sono stati distribuiti a Freetown e in cinque distretti della vicina Area Occidentale. «La campagna - spiega Nines Lima, esperta di medicina tropicale per Msf - è durata quattro giorni e il farmaco somministrato era artesunato-amodiachina, utile sia per il trattamento della malaria, sia per prevenire la malattia durante il picco di trasmissione. Inoltre, riducendo i casi di febbre causata dalla malaria, abbiamo anche evitato che molte più persone si recassero nei centri di trattamento di Ebola, sospettando di essere affette dal virus».
Anche per gli esperti, così come suggerisce l’Oms, bambini e donne in gravidanza dovrebbero essere i primi destinatari di prevenzione e trattamenti. Le terapie sono semplici e poco costose: il trattamento preventivo intermittente costa 12 centesimi a dose (meno di 50 centesimi per il ciclo completo) e le zanzariere trattate con insetticida costano solo 5 dollari.
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