Medicina e ricerca

Le priorità in Italia: una rete di sorveglianza e test molecolari ad hoc

di Pierangelo Clerici (presidente Associazione microbiologi clinici italiani - Direttore Microbiologia Ao Legnano)

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In tutto il mondo il 73% delle morti nei bambini al di sotto dei 5 anni sono attribuibili a sole sei cause, quattro delle quali di tipo infettivo, quindi trasmissibili. Tra di esse la malaria che resta ai primi posti. Per fronteggiare questa minaccia occorre incentivare la prevenzione nei paesi maggiormente colpiti e al tempo stesso vigilare sui flussi infettivi che possono colpire anche i paesi occidentali.
E' questo l’impegno dell’Amcli (Associazione microbiologi clinici italiani), in occasione della Giornata mondiale della Malaria, in programma il 25 aprile. Si calcola che nel 2014, nel mondo, ancora 200 milioni di persone si sono infettate e circa un milione sono morte di cui il 78% bambini (ovvero un bambino ogni 60 secondi), senza dimenticare che 50 milioni di questi malati sono rappresenti da donne gravide il cui rischio di anemia, morte intrauterina del feto, parto prematuro e morte post-parto è altissimo.

Uno degli obiettivi di Sviluppo del Millenio promosso dall’Onu era la riduzione dei 2/3 della mortalità infantile per malaria entro il 2015 ma siamo ancora ben lontani da questo traguardo nonostante gli importanti investimenti di profilassi nelle zone subsahariane tra cui quelli fatti per distribuire a larghe fasce di popolazione colpita le nuove terapie di combinazione contenenti l’artemisina ed anche strumenti di profilassi indiretta come le zanzariere.
All’iniziale ottimismo legato all’uso dell’artemisina si è gradualmente aggiunta una certa preoccupazione a causa dell’insorgenza, nel sud est asiatico, di ceppi di Plasmodium falciparum resistenti a questo farmaco che si vanno ad aggiungere ai ceppi di Plasmodium vivax resistenti alla clorochina. Il diffondersi di queste varianti , soprattutto nel continente africano storicamente più interessato a questa emergenza, rischia di vanificare gli sforzi fatti e rialzare il numero dei casi, dei decessi e ad avere un devastante impatto sanitario ed economico. Sembra quindi che anche per i Plasmodi, così come lo è da anni per i batteri multi farmaco-resistenti, la sfida del prossimo futuro sia proprio il contenimento dei ceppi farmaco-resistenti.

In Europa il tasso di casi confermati di malaria si colloca intorno a 1 per 100.000 abitanti, sostanzialmente stabile nell’ultimo quinquennio. Il 99% dei casi è di importazione e si è verificato in Paesi con consolidati legami con le aree endemiche. Focolai di casi autoctoni causati da P. vivax sono però stati registrati in Spagna e soprattutto in Grecia dal 2009 in poi nella zona di Alexandroupolis, area agricola e umida dove lavorano molti immigrati provenienti dai Paesi endemici. Il P. vivax causa infezioni meno severe rispetto a P. falciparum ma è latente in milioni di persone al mondo e causa forme insidiose e severe particolarmente nelle donne in gravidanza. La documentata trasmissione sporadica autoctona di malattie trasmesse da vettori in Europa continentale sembra quindi possibile e, pertanto, è necessaria una maggiore sorveglianza e misure di controllo adeguate.

In Italia si registrano circa mille casi annui di malaria causate da P. falciparum e sono tutti casi importati. Al microbiologo spetta il compito di diagnosticare velocemente la malaria ed i test immunocromatografici che abbiamo ora a disposizione ci hanno aiutato molto soprattutto nella diagnosi rapida di infezione da Plasmodi. Un aspetto attualmente sottovalutato, e che ha importanza crescente, è la necessità di mettere a punto dei test molecolari che permettano di individuare le infezioni malariche causate da più di una specie di Plasmodio poiché queste prevedono spesso un diverso trattamento terapeutico rispetto alle forme a singola specie.
L’impegno dei microbiologi clinici resta quindi confermato e va nella direzione di sviluppare una rete nazionale capace di monitorare tempestivamente l’insorgenza di possibili forme di contagio e, non da ultimo partecipare con gli organismi deputati alla promozione di campagne informative e di sensibilizzazione della popolazione.


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