Medicina e ricerca

Focus anziani nel nuovo Piano vaccini

di Barbara Gobbi

La vaccinazione è lo strumento più efficace per la prevenzione delle malattie infettive. Ed è un alleato fondamentale per il mantenimento di buone condizioni di vita e di salute negli anziani. Da qui l’appello lanciato da Italia Longeva, rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva istituita dal ministero della Salute con la Regione Marche e l’Irccs Inrca, per potenziare la prevenzione a 360 gradi nella terza età.

Non siamo all’anno zero ma c’è da rimboccarsi le maniche: durante la stagione antinfluenzale 2013-2014, appena il 55,4% della popolazione di età pari o superiore a 65 anni si è vaccinata. Un tasso ben al di sotto degli obiettivi indicati dall’Organizzazione mondiale della Sanità e dal Consiglio Europeo, che oscillano tra il 75% (soglia minima) e il 95% (soglia ottimale). Un colpo di grazia è poi arrivato dal cosiddetto “caso Fluad”, che avrebbe ulteriormente disamorato i cittadini rispetto all’aderenza. A spiegarlo è il commissario straordinario dell’Istituto superiore di Sanità Walter Ricciardi: «Stiamo facendo come Iss uno studio per valutare gli effetti del calo delle vaccinazioni che c’è stato, valutabile intorno almeno al 25-30%, ma i risultati preliminari ci dicono che un eccesso di mortalità c’è stato, oltre agli ottomila morti che sono la norma ogni anno ce ne sono stati alcune centinaia in più». E il sovraffollamento visto in alcuni pronto soccorso nei mesi invernali, ha affermato Ricciardi, è stato causato anche dal calo della vaccinazione. «I vaccini contro l’influenza sono estremamente sicuri - ha sottolineato Ricciardi - e non ci sono dubbi neanche sull’efficacia».

Ma alla base della mancata vaccinazione negli anziani concorre anche una errata percezione del rischio, come spiega Ketty Vaccaro (settore Welfare e Salute del Censis): «Se l’età è quasi un fattore soggettivo e l’informazione è spesso insufficiente, se non confusa e contraddittoria, sono il consiglio del medico curante - per il 45% delle persone che abbiamo intervistato - e la familiarità con questa forma di prevenzione acquisita tramite la vaccinazione contro l’influenza, i fattori in grado di incidere sull’interesse e lo sviluppo della vaccinazione tra gli anziani». Elementi che impattano decisamente sui bilanci delle famiglie e sulla spesa sanitaria pubblica. «Gli over 70 detengono oltre il 34% della ricchezza familiare in Italia e come noto si fanno carico di sostenere il welfare prendendosi cura di figli e nipoti - spiega Francesco Mennini, professore di Economia sanitaria a Tor Vergata (Roma) -. Con coperture vaccinali più alte o con un abbassamento della soglia da 65 a 60 anni, si potrebbero risparmiare centinaia di milioni di euro all’anno. Raggiungendo una copertura vaccinale del 75%, si stima che in Europa si potrebbero risparmiare 35mila vite e 438mila euro l’anno».

La politica sanitaria può fare di meglio e di più. Ne è convinto il presidente di Italia Longeva Roberto bernabei: «Basti pensare che nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2014, a fronte di un’offerta articolata per l’infanzia e l’adolescenza, vi è un’unica vaccinazione, quella anti-influenzale, raccomandata per gli ultra 65-enni». Dal ministero la promessa di fare di più in tempi brevi: il nuovo Piano nazionale vaccini che dovrebbe essere approvato entro fine maggio conterrà più immunizzazioni per gli anziani, con l’introduzione di pneumococco e herpes zoster, e costerà circa 600 milioni di euro l’anno. Parola del direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Ranieri Guerra: «Il Piano conterrà tutte le indicazioni contenute nel calendario per la vita, anche con herpes e penumococco per gli anziani oltre a un richiamo sul tetano e qualche indicazione anche sulla polio, visto che il virus sta tornando nel mondo. Abbiamo previsto una spesa di 600 milioni di euro, a cui vanno ad aggiungersi le spese per le vaccinazioni delle singole Regioni, e pensiamo sia un obiettivo raggiungibile».


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